Cronaca

Il carabiniere che ha salvato il neonato abbandonato: “Mi chiedono di portalo a casa da noi”

Miracolo in provincia di Trapani dove un neonato è stato abbandonato all’interno di un sacchetto di plastica, nelle campagne di Paceco, comune nel Trapanese: un carabiniere ha fatto una dichiarazione da brividi e raccontato un po’ la vicenda. Il bimbo era stato lasciato nei pressi di una scuola elementare, lungo una strada di campagna isolata. A lanciare l’allarme è stato il proprietario dell’area, un contadino che stava andando a lavorare nella sua terra, quando ha notato il neonato in un sacchetto.

Trapani, neonato abbandonato: la dichiarazione di un carabiniere

Il ritrovamento risale a ieri, martedì 4 ottobre. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto hanno trovato il piccolo nel sacchetto aperto, ancora vivo. Nel sacchetto c’era ancora la placenta, circostanza che fa pensare che la madre abbia partorito in casa. Subito sono stati allertati ii sanitari del 118 che hanno trasferito il piccolo in ospedale dove fortunatamente è emerso che non rischia la vita.

Un carabiniere ha fatto una dichiarazione da brividi e raccontato un po’ la vicenda: “Mi chiedono di portarlo a casa da noi”.

Si chiamerà come il carabiniere che lo ha salvato

Il piccolo, trovato nel giorno di San Francesco, si chiamerà Francesco Alberto: come il Santo di Assisi e come il carabiniere che lo ha salvato e per primo lo ha preso in braccio. I carabinieri hanno aperto un’indagine per trovare la madre e stanno visionando le telecamere piazzate nella zona.

Il racconto del militare

Il vicebrigadiere Alberto Marino, insieme ad un collega e agli operatori del 118, ha soccorso il piccolo dentro un sacchetto di plastica. Racconta la vicenda con la voce tremante, l’emozione è ancora alta: “In sedici anni di servizio una cosa simile non m’era mai capitata”.

Il bambino sta bene

“Il bambino sta bene. Per precauzione è ancora in Terapia Intensiva nel reparto di Neonatologia, ma sta bene. È un bambino forte, attaccato alla vita. È salvo solo perché ha strillato e pianto con quanto fiato aveva, attirando l’attenzione di un contadino che passava per andare al lavoro. L’hanno lasciato a terra, sotto al sole, con il cordone ombelicale ancora attaccato”.

Cosa è successo dopo il trasporto in ospedale

“L’ho lasciato in ospedale, ieri, a malincuore ma in ottime mani, spero di poter andare a trovarlo al più presto e portargli dei vestitini, dei giochi, anche se ancora forse è troppo piccolo per i giocattoli. Mi hanno detto che pesa tre chili ed è lungo 50 centimetri, è bellissimo”.

La vicenda

“Io e il mio collega, l’appuntato Leonardo Tumbarello, siamo stati avvisati dalla centrale operativa che aveva ricevuto la segnalazione del ritrovamento del bimbo dal contadino che gli ha salvato la vita. Erano le 17,30. Siamo corsi in ospedale subito e abbiamo predisposto l’accoglienza del neonato. Poi siamo corsi sul posto dove già era intervenuto il 118. Il piccolo era in ambulanza e lo abbiamo scortato in ospedale. Era stato avvolto dagli infermieri in una termocoperta e credo avesse i segni di piccole ustioni per l’esposizione al sole. Da quanto i medici hanno appurato è stato lasciato subito dopo la nascita ed è rimasto nella busta di plastica otto-nove ore. Fino alla sera non l’ho mai lasciato. Quando sono tornato a cena ho raccontato tutto ai miei tre figli che hanno 4, 6 e 10 anni. Mi hanno chiesto quando lo portiamo a casa con noi, lo vorrebbero.”

Il desiderio di un quarto figlio

“Sarei felice di un quarto figlio. Non nego che avrei qualche problema organizzativo visto che mia moglie lavora e dovrei chiedere aiuto a mia madre o ai miei suoceri, ma mi farebbe piacere. Vediamo cosa decideranno per lui. Ho promesso ai bambini che appena sarà possibile li porterò in ospedale a trovarlo. È stata comunque una esperienza indescrivibile. Sono nell’Arma dal 2006, ho lavorato al Nord, poi nel palermitano. Ora sono al Nucleo Operativo Radiomobile, ma mai ho provato una emozione così intensa”.

Cosa augura al piccolo

“Spero che viva circondato da tutto l’amore che merita. E mi auguro che faccia il carabiniere. Ha la forza d’animo e il coraggio che servono”.

 

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