Trento, nuova evasione dell’orso M49 dal recinto protetto del centro del Casteller. Per il plantigrado più ricercato d’Italia si tratta della seconda fuga dallo stesso centro faunistico. La prima volta era fuggito il 15 luglio del 2019 e successivamente catturato il 28 aprile scorso. A darne notizia è la Provincia Autonoma.
L’orso M49 è di nuovo evaso ed è in fuga nei boschi del Trentino
L’orso, ribattezzato “Papillon” dal ministro all’Ambiente Sergio Costa, la scorsa notte è nuovamente evaso dal centro faunistico del Casteller, che si trova nella periferia sud di Trento. È riuscito a superare la barriera elettrica e, raggiunta l’ultima recinzione, ha divelto la rete elettrosaldata piegando l’inferriata dello spessore di 12 millimetri fino a ricavarne un’apertura sufficiente per uscire all’esterno.
Ad accorgersi dell’accaduto è stato il personale di guardia del recinto che, nonostante il fatto sia accaduto al di fuori del campo coperto dalle telecamere, ha notato come il segnale del radiocollare ad un certo punto partiva dall’esterno del recinto.
Coldiretti
“Occorre garantire la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti messi in pericolo dalla nuova evasione dell’orso M49, autore in Trentino di ripetute incursioni in baite, rifugi malghe e allevamenti con l’uccisione di mucche, pecore e cavalli“, afferma Coldiretti.
Durante la sua prima fuga, l’orso M49 era stato protagonista di 44 attacchi con l’uccisione di 40 animali tra mucche, cavalli, pecore e galline, secondo un’analisi Coldiretti sull’ultimo rapporto grandi carnivori della Provincia di Trento.
“Un caso – commenta l’organizzazione agricola – che rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo dove la resistenza di chi lavora e vive sul territorio è ormai al limite considerato che in Trentino ci sono almeno altri 81 orsi, ma in circolazione ci sono pure 13 branchi di lupi o ibridi, con intrusioni nelle aziende e uccisioni di animali da allevamento”.
Secondo Coldiretti
Qualche settimana fa in Trentino un orso aveva aggredito padre e figlio. Secondo Coldiretti, “il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio non solo per l’incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo, alle prese con una difficile ripartenza dopo l’emergenza coronavirus”.
Misure di contenimento
Sono necessarie, afferma Coldiretti, “misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per tutelare la biodiversità con il recupero delle storiche razze italiane. Serve dunque responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che – conclude Coldiretti – con coraggio continuano a presidiare i territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche le città“.