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Trieste, evasione Iva da 1,3 milioni: denunciate sei persone per contrabbando aggravato

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La Guardia di Finanza

Evasione Iva da 1,3 milioni di euro a Trieste: i militari della Guardia di Finanza ha denunciato sei persone con l’accusa di contrabbando aggravato. Questo è il risultato di complesse indagini condotte negli ultimi due anni su mandato della Procura della Repubblica, che hanno coinvolto un commercialista del centro Italia con studio a Trieste e un “faccendiere” pugliese registrato all’AIRE come emigrato a Londra, ma che in realtà opera da tempo nel capoluogo giuliano.

Trieste, evasione Iva da 1,3 milioni: denunciate sei persone

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trieste, dopo aver effettuato tre controlli doganali sul rappresentante fiscale in Italia di diverse società slovene attive nel commercio internazionale di tessuti e polimeri di origine cinese, hanno accertato un’evasione dell’imposta sul valore aggiunto superiore a un milione e trecentomila euro, denunciando sei individui. Questo è il risultato di complesse indagini condotte negli ultimi due anni su mandato della Procura della Repubblica, che hanno coinvolto un commercialista del centro Italia con studio a Trieste e un “faccendiere” pugliese registrato all’AIRE come emigrato a Londra, ma che in realtà opera da tempo nel capoluogo giuliano.

I due professionisti, avvalendosi della collaborazione di quattro cittadini sloveni che si erano offerti come “prestanomi” per tre società slovene – due con sede a Lubiana e una a Nova Gorica – avevano realizzato, nel biennio 2020/21, importazioni di tessuti e polimeri di origine cinese presso il Punto Franco Nuovo di Trieste e l’ufficio Fernetti – Retroporto di Trieste. Il valore totale di queste operazioni superava i 6,2 milioni di euro, avvenendo in totale evasione dell’IVA prevista per l’introduzione dei prodotti in Italia.

I due soggetti sfruttavano in modo illecito il regime doganale noto come “45”, ideato per facilitare l’immissione in libera pratica delle merci importate, consentendo al contempo l’introduzione in un deposito fiscale. Questa operazione doganale, secondo la normativa vigente, sospende il pagamento dell’IVA. Tuttavia, l’ingresso delle merci nel deposito fiscale era solo apparente, utilizzato per procrastinare il versamento dell’IVA dovuta. Le merci importate erano destinate a imprenditori compiacenti, tra cui quelli della provincia di Prato per i prodotti tessili e imprenditori campani per i polimeri. Nei confronti di questi ultimi, l’autorità giudiziaria ha emesso provvedimenti per altri reati fiscali. I finanzieri di Trieste hanno accertato le responsabilità dei due principali indagati, ora accusati di contrabbando aggravato, insieme a quattro cittadini sloveni.

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