Cronaca

Il giallo di Liliana Resinovich a Trieste, il marito: “Non credo al suicidio”

Il giallo di Liliana Resinovich a Trieste e del cadavere ritrovato nei sacchi neri, le dichiarazioni del marito: “Non credo al suicidio, ho paura di dire cose sbagliare. Spero che la donna trovata morta non sia lei”.

Il giallo di Liliana Resinovich a Trieste | Le dichiarazioni del marito

“Spero che la donna trovata morta non sia lei”. A parlare è Sebastiano Visintin. Un cadavere nei giorni scorsi è stato trovato in una deviazione del parco dell’ex ospedale psichiatrico, l’autopsia dovrà confermare se si tratta di Liliana, ma tutto lascia pensare sia così. L’identificazione ufficiale dovrebbe avvenire tra lunedì e martedì nei giorni in cui è stata fissata la tac e l’autopsia.

“Non credo al suicidio”

Visintin ha detto di sperare ancora che il cadavere trovato non appartenga alla moglie e si è detto sicuro che sua moglie non si è suicidata. “Secondo me lui l’aveva plagiata, aveva manipolato la sua volontà, riuscendo addirittura a convincerla di lasciarmi” riferendosi a Sterpin. E ancora: “Io sono stanco, stanco e ho anche paura di dire cose sbagliate. Ho paura di non saper difendermi perché sono sotto pressione”.

La richiesta di una tac

La Procura ha chiesto una tac per accertare l’identità del cadavere che si pensa possa appartenere a Liliana e poi l’autopsia completa per chiarire le cause del decesso. L’obiettivo è fare luce quanto prima sulla vicenda. Al momento non risultano indagati né persone collegate al ritrovamento del cadavere o alla scomparsa di Liliana Resinovich. Sono aperte tutte le ipotesi, anche quella del suicidio.

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