È “troppo povero” per versare l’assegno di mantenimento alla ex moglie e alle due figlie: per questo, l’ex assessore regionale lombardo, Massimo Buscemi, è stato assolto lunedì dal Tribunale di Busto Arsizio. Nella sentenza la giudice Cristina Ceffa ha riconosciuto che il mancato pagamento “non costituisce reato”, assolvendo l’imputato con formula ampia.
Troppo povero per versare il mantenimento: assolto ex assessore
Massimo Buscemi nel 2021 aveva patteggiato ad una pena di 2 anni e 2 mesi per il caso rimborsopoli. Inoltre nel 2014 fu condannato a un anno e sei mesi per falso. Buscemi si sarebbe trovato di fronte a difficoltà economiche sostanziali dopo aver lasciato la politica.
Nella sentenza la giudice Cristina Ceffa ha riconosciuto che il mancato pagamento “non costituisce reato” perché dopo la fine della carriera nelle istituzioni avrebbe guadagnato molto poco. Buscemi, però, nel 2015 aveva ricevuto dalla Regione Lombardia una buona uscita di 436mila euro.
L’ex assessore non è stato in grado di mantenere gli impegni finanziari nei confronti della sua famiglia. Alla ex moglie e alle due figlie doveva versare un assegno di mantenimento mensile complessivo di 3mila euro dal 2015 al 2021.
Le parole dell’avvocato Massironi
Nel corso del processo l’ex assessore non è mai comparso in aula. Le parti civili, rappresentate dall’avvocato Tiberio Massironi ora attendono le motivazioni che hanno portato all’assoluzione di Buscemi.
“Non so quali siano i dubbi del giudice – spiega Missironi – ma lo leggeremo nelle motivazioni. Noi abbiamo una sola certezza: una sentenza del giudice dell’esecuzione civile che ha già acclarato un debito di 300 mila euro nei confronti della moglie e delle figlie. Se fosse stato indigente come ha sostenuto nel processo avrebbe potuto chiedere una rideterminazione dell’assegno ma non lo ha mai fatto in 9 anni”.