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Corruzione e truffa, 70 indagati tra Napoli e Salerno: il tariffario dei falsi certificati medici

Truffa indagati Napoli Salerno 
Immagine di repertorio
Truffa indagati Napoli Salerno 

Sono 70 gli indagati, tutti residenti tra Napoli e Salerno, nell’inchiesta della Procura per corruzione e truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale. Cinquanta euro per un certificato di morte naturale e settanta euro per un test del Dna, con le pompe funebri che si occupavano direttamente del rilascio.

Corruzione e truffa, 70 indagati tra Napoli e Salerno: il tariffario

La truffa legata ai falsi certificati dei medici legali prevedeva un tariffario fisso. Secondo le indagini condotte dai carabinieri del Nas, sotto la direzione della Procura di Napoli, erano necessari 50 euro per ottenere un certificato di morte naturale e 70 euro per il test del Dna, indispensabile per autorizzare la cremazione. Il generale Raffaele Covetti, comandante generale del Nas, ha confermato che l’operazione è il risultato di due anni di indagini focalizzate sul Distretto di via Chiatamone. Sono coinvolte 33 agenzie funebri di Pompei, con un giro d’affari stimato di circa 35mila euro, già sequestrati nella mattinata, e cinque medici legali sono attualmente sotto indagine.

“Le indagini si sono sviluppate lungo tre principali direttrici,” ha dichiarato il colonnello Alessandro Cisternino. L’inchiesta è iniziata a seguito di alcuni casi di assenteismo tra i medici, successivamente approfonditi tramite attività tecniche e riprese video. Le indagini successive hanno rivelato “falsificazioni, certificazioni false e il rilascio di documenti per esami del DNA necessari per procedere alla cremazione.” Di norma, il medico è tenuto a recarsi sul luogo, accertare il decesso e autorizzare il trasporto della salma, che avviene tramite certificati rilasciati dall’ufficio di stato civile del Comune di Napoli.

“Il comandante del Nas di Napoli ha confermato che attestazioni e firme erano state falsificate.” Le indagini hanno rivelato un ulteriore filone riguardante i certificati per problematiche di deambulazione, utilizzati per ottenere pass falsi per i parcheggi riservati ai disabili. “Esistevano intermediari per la fornitura di documenti falsi, l’emissione di certificati e la creazione di pass. Tutto è stato registrato in video, mostrando il passaggio di somme di denaro per la verifica del decesso.” Questi documenti non venivano certificati da un medico legale, ma da un imprenditore funebre, il quale richiedeva un ulteriore pagamento per accelerare il processo di cremazione utilizzando i kit DNA forniti dall’Asl. “Si tratta di kit tracciati, di cui può disporre solo l’Asl, ma che erano in possesso degli imprenditori.” Questa mattina, alcuni kit sono stati sequestrati presso le agenzie di pompe funebri.

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