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Uccidere meduse è reato: reclusione e multe fino a 30mila euro | Cosa fare se ne troviamo una in mare

Uccidere le meduse costituisce un reato e può comportare il pagamento di una multa fino a 30mila euro. Lo dice la legge: non si può uccidere una medusa, né in acqua, né trascinandole sulla spiaggia facendole così morire al sole. Un comportamento crudele e che rappresenta un vero e proprio reato. Chi si macchia di tale gesto, rischia di dover pagare una multa da 5mila a 30mila euro, e addirittura la reclusione da 3 a 18 mesi. Vediamo cosa prevede il codice penale.

Uccidere meduse è reato: multa e reclusione, cosa dice la legge

L’ordinamento giuridico italiano punisce gli atti di violenza su tutti gli animali, non solo su quelli domestici e più comuni come cane, gatto e coniglio, ma anche sugli animali selvatici e marini. Per questa ragione uccidere senza motivo le meduse costituisce un reato a tutti gli effetti. E le conseguenze sanzionatorie si aggravano se l’animale, prima di morire, è stato torturato con sofferenze inutili. La norma di riferimento è l’articolo 544-ter del Codice penale che recita:

“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale.”

La sentenza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione si è espressa in merito alla questione dell’uccisione o del maltrattamento delle sirene. In particolar modo è stato stabilito che viene considerato reato qualsiasi tipo di sofferenza fisica, come appunto prelevare le meduse dall’acqua – il loro ambiente naturale per vivere – e abbandonarle sul bagnasciuga.



Cosa fare se si trova una medusa in mare 

Chi avvista una particolare concentrazione di meduse in mare non deve intervenire di persona ma chiamare il prima possibile la guardia costiera o la capitaneria di porto della zona. Gli agenti indicheranno cosa fare e come interviene e, se lo ritengono opportuno, provvederanno a limitare la balneazione in quella frazione di costa.

L’importante, anche se si ha paura per se stessi e per gli altri bagnanti, è non prendere l’iniziativa e non prelevare gli animali dall’acqua con i retini. Questo si tradurrebbe automaticamente in una condanna a morte penalmente sanzionabile.

Quali sono le meduse innocue e quelle pericolose

La medusa più pericolosa al mondo è la Cubomedusa, una piccola specie che vive sopratutto in prossimità delle coste australiane. Il contatto con i suoi terribili tentacoli può causare anche la morte di un essere umano.

Fortunatamente nel Mar Mediterraneo non sono presenti meduse mortali, la maggioranza delle specie sono completamente innocue, anche se è sempre meglio evitare di toccarle. Le meduse urticanti sono diffuse ma raramente rappresentano un serio pericolo per l’uomo.

L’ustione-irritazione che provocano le meduse è dovuta alla presenza di tossine nei tentacoli dell’animale, che vengono rilasciate a seguito di un contatto. Chi viene colpito avverte di solito una lieve scossa, seguita da un bruciore localizzato che scompare dopo qualche ora.

Solo una specie, Physalia, può causare reazioni pericolose per l’organismo umano, in rari casi anche mortali. Fortunatamente questa medusa vive in Atlantico e sono ancora pochi gli avvistamenti registrati nel mediterraneo.



Meduse, cosa fare in caso di puntura

Una medusa mi ha puntocosa devo fare? Ecco una serie di rimedi naturali e non per ovviare alla puntura di una medusa:

  1. La prima regola da osservare quando si viene punti da una medusa è: niente panico! Se siete al largo cercate di raggiungere la riva (o la vostra barca).
  2. Una volta raggiunta l’acqua bassa bisogna sciacquare la zona del contatto con acqua salata, per asportare più residui urticanti possibile. Grattare o strofinare la pelle potrebbe portare al risultato opposto.
  3. A questo punto il bruciore dovrebbe passare da solo, nel giro di qualche ora, ma si può alleviare con un gel astringente al cloruro di alluminio, acquistabile in farmacia. Meglio ancora sarebbe immergere l’area interessata in acqua calda a 40-50°C per circa 20 minuti, questa operazione discioglie le tossine. Evitate ogni altro “rimedio della nonna” come la pipì o l’ammoniaca; è stato dimostrato scientificamente che non servono a nulla.
  4. Se insorgono altri sintomi come sudorazione, confusione, vertigini, difficoltà nella respirazione, mal di testa, nausea, vomito o eruzione cutanea diffusa è meglio chiamare subito il 118 perché si potrebbe manifestare un shock anafilattico.
  5. Evitare di esporre l’ustione al sole per qualche giorno limiterà la formazione della cicatrice.
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