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Guerra Ucraina: chi è Nikolay Patrushev, l’uomo nell’ombra di Putin

C’è un uomo che lavora nell’ombra del presidente russo Vladimir Putin e che muove le pedine delle relazioni internazionali, sopratutto con gli americani. Si tratta di Nikolay Platonovich Patrushev, il più fedele tra i falchi di Putin che ha voluto come direttore dei servizi segreti dell’Fsb. Patrushev è l’unico russo che ad oggi continua a mantenere contatti con Jake Sullivan, il consigliere per la Sicurezza Nazionale di Joe Biden. Ecco chi è Nikolay Patrushev.

Nikolay Patrushev, chi è l’uomo nell’ombra di Putin

Nato nel 1951 nella stessa città in cui un anno dopo nascerà Putin – Leningrado, San Pietroburgo – Patrushev è figlio di un ufficiale della marina sovietica. Subito dopo la laurea in ingegneria navale nel 1974, a 24 anni entra nel Kgb, i servizi segreti dell’Unione Sovietica dove viene addestrato nell’accademia di Minsk. Tornato a Leningrado assume il ruolo di capo della sezione anti-contrabbando e anti-corruzione della città e lì conosce il giovane Putin, che in città cura le relazioni economiche con l’estero per il sindaco Anatolyj Sbciak. Nasce un’amicizia e dopo il crollo del muro, tra il 1998 e il 1999 i due si trovano a lavorare nuovamente insieme a capo dell’Fsb: Putin come direttore e Patrushev come vice-direttore operativo. Poi quando il primo arriva al governo, Patrushev diventa capo dell’Fsb, con il titolo di ministro. Nel 2008 lascia il ruolo per diventare segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa (un organo costituzionale che si occupa di sicurezza nazionale e interessi strategici). In questo ruolo spicca nuovamente la sua fedeltà al presidente: sostiene tutte le sue politiche più aggressive, dall’invasione della Georgia nel 2008, all’annessione della Crimea nel 2014 fino all’attacco all’Ucraina.

Il braccio armato del presidente

Sin dai suoi primi incarichi nel Kgb, Patrushev si guadagna la fama di uomo inflessibile e austero. Il suo nome compare nel’inchiesta dei servizi segreti Britannici sull’avvelenamento con il polonio del dissidente  Aleksandr Litvinenko (nemico di Putin). E  ancora, l’ex agente avrebbe agito nell’ombra per consolidare il potere del presidente. Subito dopo l’ascesa di Putin al Cremlino una serie di attentati attribuiti ai terroristi ceceni provocano 307 morti in russia nelle città di Mosca, Buinaksk e Volgodons e vengono usati per giustificare la guerra in Cecenia, una guerra lampo vinta in poco tempo che consacra subito Putin al potere, rafforzando il consenso interno. Secondo molti quegli attentati furono in realtà provocati dai servizi segreti diretti da Patrushev.

L’ex agente sarà decisivo per il presidente anche nella “guerra agli oligarchi” sostenendo la rovina di Mikhail Khodorkovskij, il petroliere-oligarca accusato di evasione fiscale ed espulso dalla Russia. A dimostrare ancora di più i legami con il presidente e il suo potere all’interno dell’apparato statale basta osservare le carriere dei due figli Dmitrij Andrey: il primo è ministro dell’Agricoltura dal 2018, l’altro è un alto dirigente di Gazprom.

Fonte: Il Messaggero


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