Lavoro

Università e lavoro: quanto pesa una laurea sul mondo del lavoro?

Ad oggi il tema dell’utilità della laurea è molto dibattuto. Permette di trovare un buon lavoro o bisogna acquisire esperienze e altre competenze? Scopriamolo insieme

Negli ultimi anni il mercato del lavoro è radicalmente cambiato. Grazie alla globalizzazione e all’affermarsi dell’intelligenza artificiale in tutti i campi professionali sono richieste nuove competenze e continuo aggiornamento professionale. Sono molti i sostenitori della tesi che una laurea non sia necessaria per ottenere un buon posto di lavoro ben retribuito. D’altra parte, invece, c’è chi sostiene la centralità della laurea per la propria carriera futura.

In questa diatriba non c’è chi ha torto o chi ha ragione: ottenere un buon lavoro oggi è questione di un mix di fattori: titolo di studio, esperienza pregressa, corsi extrauniversitari, competenze particolari (soft skills o hard skills), conoscenza delle lingue, tendenza alla flessibilità e all’internazionalizzazione.

In altre parole la laurea è il punto di inizio per costruire un ottimo curriculum, pietra angolare che non può mancare. Raggiungere un titolo di studio superiore è oggi più semplice: grazie alla tecnologia si può conseguire una laurea telematica anche mentre si lavora. Ma cerchiamo di capire quanto pesa davvero la laurea sul mondo del lavoro e quali sono le materie più richieste sul mercato.

I laureati STEM si dimostrano i più richiesti

Oggi si parla molto di lauree STEM. Si tratta di un acronimo inglese che sta per Science, Technology, Engineering and Mathematics. In Italia c’è molta richiesta intorno a queste professioni: studiare tali materie può favorire un rapido inserimento nel mondo del lavoro. Sono infatti molti i neolaureati che trovano lavoro già un anno dopo il conseguimento del titolo. La domanda complessiva si aggira intorno al 49%, ingegneri ed economisti sono fra i meglio occupati. La retribuzione media è pari ai 1600 euro mensili netti, ben 200 euro in più rispetto alla media nazionale.

Le discipline sanitarie confermano il proprio primato

Nota Almalaurea come i neolaureati nelle professioni sanitarie trovino sempre più spazio nel mondo del lavoro. Nel 2021 si è segnato un +2,1% di occupazione nelle professioni sanitarie, in controtendenza con tutti gli altri ambiti disciplinari. I tassi di occupazione più alti, ben sopra la media nazionale, riguardano le figure di Igienista Dentale (86,1%), Infermiere (83,8%), Educatore professionale (83,1%), Logopedista (82,5%), Fisioterapista (80,1%).

Laurea ancora fondamentale per concorsi e pubblico impiego

La laurea è poi un titolo di studio imprescindibile per tutti coloro che vogliono far carriera nel pubblico impiego. I gradini più alti dell’amministrazione dello Stato, naturalmente accessibili tramite concorso, permettono di accedere a retribuzioni elevate e stabilità lavorativa. Anche in questo caso sono consigliate lauree STEM, lauree in Giurisprudenza o Scienze Politiche.

In conclusione: la laurea è davvero utile?

A nostro parere rimane ancora fondamentale essere insignito del titolo in dottore. Si tratta di un prerequisito fondamentale per accedere al lavoro dei propri sogni o comunque a un impiego ben retribuito. Naturalmente non bisogna mai tralasciare le esperienze: se durante il corso di studi si trova un lavoro che permetta di fare esperienza, non bisogna tirarsi indietro. Insomma, ognuno deve costruirsi la propria strada, ma il passaggio accademico rimane ancora richiestissimo.

laurealavoro