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Vaccini Astrazeneca e J&J ai giovani, medici e scienziati contrari: “Sbagliato e pericoloso”

vaccini Astrazeneca e Johnson & Johnson sono pericolosi per i giovani? Una domanda diventata particolarmente attuale negli ultimi giorni, in virtù dei tanti open day vaccinali organizzati in Italia per i giovani in tutta Italia, in particolar modo per quelli dai 18 anni in su. Iniziative utilizzate anche per “sfruttare” le riserve di Astrazeneca e Johnson & Johnson, somministrate a tantissimi under 60, andando dunque contro le indicazioni dell’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, che aveva raccomandato l’inoculazione di questi due farmaci  agli over 60 per scongiurare al minimo il rischio che i pazienti incorrano in eventi avversi, anche gravi.

Vaccini Astrazeneca e Johnson & Johnson pericolosi per i giovani, cosa succede con gli Open Day

Per Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), “gli Open day continuano ad andare nella direzione della vaccinazione quantitativa rispetto a quella qualitativa che noi proponiamo, ovvero la possibilità di riportarla verso un atto medico. Questo significa – precisa – un medico che faccia tutte le valutazioni connesse al rischio beneficio e che possa farlo a partire da tutte le caratteristiche specifiche del paziente. E a quel punto, avendolo disponibile, proporgli il miglior vaccino per la sua condizione”.

Valeria Poli: “Sospendere AstraZeneca e J&J per giovani”

Anche la professoressa Valeria Poli, ordinaria di Biologia Molecolare all’Università di Torino e presidente della Società Italiana di Biofisica e Biologia Molecolare (SIBBM), pensa che queste vaccinazioni vanno sospese come spiegato ai microfoni di Fanpage: “Il rischio è che si verifichi una reazione avversa, molto ben documentata dagli scienziati tedeschi soprattutto. Si tratta di una patologia che non ha nulla a che fare con le normali trombosi, quelle provocate per esempio dalla pillola, che in effetti non sembrano aumentate dopo i vaccini. La VITT, trombosi venosa trombocitopenica indotta da vaccino, è una particolare patologia che si è verificata solo con i vaccini AstraZeneca e J&J – mentre su quello russo non sappiamo ancora nulla – e non con i vaccini a mRNA. Si presenta in almeno un caso su 50mila, ma più probabilmente in 2. Può verificarsi quindi in 4 casi ogni 100mila, tra gli under 55, soprattutto nelle donne, per motivi ancora non chiari. Più la fascia di età si abbassa più aumenta la frequenza della VITT, che ha effetti potenzialmente letali, nel 25-30% dei casi”.

Galli e Viola: “Somministrare Astrazeneca e J&J solo agli over 60”

Contrari alla somministrazione di vaccini Astrazeneca e J&J ai più giovani anche Massimo Galli e Antonella Viola. Secondo il direttore delle Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano andrebbero il più possibile limitati “alle fasce d’età in cui la possibilità di creare problemi è praticamente nulla”, quindi agli over 60. Dello stesso avviso l’immunologa padovana: “È sbagliatissimo proporre questi vaccini ai giovani, specialmente alle donne. Sono sempre stata convinta che non bisognerebbe darli a persone di età inferiore ai 55 anni.

Per non aver dubbi basta leggere un lavoro uscito sulla rivista Science dove si spiega come man mano che si scende con l’età i rischi di ricevere questi vaccini superano ampiamente i benefici. Nei più giovani il pericolo di avere conseguenze gravi a causa del Covid è invece molto basso. Ecco perché la Francia ha stabilito di limitare i due vaccini a vettore virale agli over 55″.

Il pensiero di Franco Locatelli

“È necessaria una riflessione sulla somministrazione del vaccino AstraZeneca ai giovani” Lo dice coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, a Rainews24. In Italia, il vaccino è raccomandato agli over 60. L’ulteriore riflessione, dice Locatelli, si rende necessaria soprattutto dopo il caso di trombosi individuato recentemente: una ragazza di 18 anni è in condizioni gravi. In precedenza, le era stato somministrato il vaccino.

“Vi è in queste ore un’attenzione suprema per cogliere tutti i segnali che possono allertare su eventuali effetti collaterali che portino a considerare dei cambiamenti di indicazione. Il vaccino di AstraZeneca è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, perché il rapporto tra i benefici derivanti dalla vaccinazione ed eventuali rischi diventa incrementale con l’età e particolarmente favorevole sopra questa soglia”, dice il coordinatore del Cts.


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