Da Ema e Oms arrivano rassicurazioni sui vaccini anti Covid. L’agenzia a europea del farmaco insieme agli enti regolatori del mondo che fanno parte della Coalizione internazionale Icmra, e con l’Organizzazione mondiale della sanità hanno lanciato un messaggio per trasmettere fiducia nei confronti dei sieri anti-Covid, proprio nelle ore in cui è tornato d’attualità il dibattito sulla sicurezza dei vaccini, in particolar modo su quelli a vettore virale AstraZeneca e Johnson & Johnson.
Vaccini anti Covid sicuri, cosa dicono Oms ed Ema
“Aiutare gli operatori sanitari ad aumentare la fiducia nei vaccini Covid e rispondere alle domande dei pazienti sullo sviluppo, la revisione normativa e il monitoraggio della sicurezza di questi vaccini” spiegano Ema e Oms in una nota congiunta.
“Mentre continuano le campagne di vaccinazione di massa, l’Icmra e l’Oms riaffermano il loro impegno a supportare gli operatori sanitari e a rassicurare il pubblico sul fatto che i processi normativi per l’autorizzazione dei vaccini e il monitoraggio della loro sicurezza sono solidi e guidati dalle esigenze dei pazienti”, ribadisce Emer Cooke, direttore esecutivo dell’EMA e presidente di Icmra.
Cosa sta succedendo con i vaccini di AstraZeneca e J&J e cosa potrebbe decidere il governo
È atteso per oggi il parere del Comitato tecnico scientifico sul vaccino di AstraZeneca, dopo che negli ultimi giorni è esploso nuovamente il dibattito sulla somministrazione di questo farmaco, ma anche di quello prodotto da Johnson & Johnson, ai più giovani soprattutto in iniziative come gli Open Day delle Regioni, nonostante ci fosse la raccomandazione di utilizzarlo solo sopra i 60 anni.
Lo scenario più probabile, quello più atteso, è che arrivino nuove indicazioni da parte degli esperti per l’uso dei vaccini a vettore virale, riservandoli esclusivamente agli over 60, o agli over 50, mentre ai più giovani saranno somministrati solamente i vaccini a mRna come quello di Pfizer BioNTech o Moderna. Dal momento che è cambiato lo scenario epidemiologico, con il crollo dei contagi e della circolazione del virus, sono anche mutati i rapporti di rischi e benefici, specialmente quando si tratta della popolazione giovane, e quindi, sostengono diversi esperti, la strategia vaccinale va rivista.
È morta la 18enne ligure ricoverata per una trombosi
Ieri è deceduta a Genova la diciottenne che era stata ricoverata e operata per una trombosi al seno cavernoso. Lo scorso 25 maggio aveva ricevuto il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca nell’Open Day per gli over 18 a cui avevano partecipato moltissimi giovani. Non sarebbe l’unica reazione avversa registrata in Liguria: anche una giovane donna di 34 anni era stata ricoverata nei giorni scorsi accusando un forte mal di testa dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca ed era stata “sottoposta a fibrinolisi di alcuni trombi presenti nella parte venosa del circolo epatico con buoni risultati”. In attesa di una decisione da parte degli esperti e del governo centrale, la Regione Liguria ha deciso di sospendere la somministrazione del lotto ABX1506 del vaccino AstraZeneca, di cui facevano parte le dosi ricevute dalle due donne.
Cosa ha detto il ministro Speranza su AstraZeneca
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri ha risposto a un’interrogazione parlamentare sul caso AstraZeneca, giovani e Open Day delle Regioni, confermando che il Cts sia al lavoro per un nuovo parere sul vaccino della farmaceutica anglo-svedese e ricordando che lo scorso 7 aprile il ministero della Salute aveva raccomandato in via preferenziale l’uso di questo farmaco sulla fascia di popolazione sopra i 60 anni. “Aifa ha poi ribadito che il profilo beneficio-rischio è più favorevole con l’aumentare dell’età. Queste valutazioni saranno sicuramente considerate nel prossimo parere del Cts. La campagna nel nostro Paese ha superato le 40 milioni di dosi somministrate. I vaccini sono la vera arma che abbiamo contro il virus, tutti i vaccini approvati da Ema e Aifa sono sicuri ed efficaci”, ha aggiunto.
Il parere di virologi e scienziati
Nel frattempo aumentano i virologi e gli scienziati che chiedono al governo di rivedere la strategia vaccinale vietando l’utilizzo di questo vaccino sotto i 30 o i 40 anni, specialmente per quanto riguarda le donne e soprattutto in questa fase dell’epidemia dove i contagi sono crollati e con loro anche il rischio di sviluppare la malattia in forma grave per la popolazione più giovane, già di per sé meno vulnerabile. “Perché i vaccini sopra i 60 anni, AstraZeneca, sono stati distribuiti ai giovani, sapendo che c’era questo rischio quando c’è a disposizione un’alternativa che è Pfizer? Sono sconcertato. Abbiamo discusso a lungo sul problema di AstraZeneca, abbiamo discusso del fatto che andava dato sopra i 60 anni perché, sebbene sicuro ed efficace, c’erano alternative e non valeva la pena correre rischi”, ha commentato Andrea Crisanti, parlando della morte della giovane in Liguria.
Le dosi di vaccini a mRna per i giovani non mancano
Non bisogna solo considerare il quadro epidemiologico in cui la circolazione del virus è bassa e in cui, di conseguenza, sono cambiati i rapporti tra rischi e benefici, specialmente per la fascia più giovane della popolazione, quando si parla di vaccino e coronavirus. Va anche tenuto a mente che la campagna vaccinale ha ormai ingranato e che con le consegne delle ultime settimane e le dosi in arrivo, i vaccini Pfizer BioNTech e Moderna per i giovani non mancheranno. Basti pensare che nei prossimi 20 giorni l’Italia dovrebbe ricevere, secondo quanto stabilito dai contratti stretti da Bruxelles, circa 11 milioni di dosi Pfizer BioNTech, a cui aggiungere altri 1,8 milioni.