Ursula Von Der Leyen torna a parlare dell’argomento vaccino contro il coronavirus. La presidente della Commissione Ue ci tiene a precisare che non è la «soluzione miracolosa che cambia tutto da un giorno all’altro» anche perché, in ogni caso, «ci vorrà tempo, ed è importante comunicarlo con sufficiente anticipo, perché un vaccino venga testato in modo che si accerti che è efficace e sicuro», sottolinea.
Vaccino, “non è la soluzione miracolosa”
«Nel miglior scenario possibile – spiega – gli accordi per l’acquisto anticipato dei vaccini che abbiamo con le società farmaceutiche prevedono un range tra i 20-50 milioni di dosi consegnate ogni mese, da quando le prime società saranno pronte. Se tutti i candidati che abbiamo per la produzione dei vaccini avessero successo, nel 2021 avremmo 1 miliardo e 220 milioni di vaccini. Ma anche se tutti i candidati non dovessero riuscire, potremmo vaccinare 700 milioni di persone».
«Ad un certo punto – afferma von der Leyen – la prima compagnia farmaceutica arriverà con un vaccino, che poi passerà i trial clinici necessari. Potrebbe volerci fino a fine anno perché una delle compagnie farmaceutiche riesca ad andare in quella fase. Ma ci vorrà tempo, ed è importante comunicarlo con sufficiente anticipo, perché un vaccino venga testato in modo che si accerti che è efficace e sicuro».
«E con efficace – continua – intendo che deve conferire l’immunità, in qualche misura: non ogni vaccino crea un’immunità al 100%, ma potrebbe essere al 70% o anche meno, con la prima generazione di vaccini. Questo mostra che un portafoglio di diversi vaccini è importante per noi, come Ue. In altre parole, il vaccino non è l’evento miracoloso che cambia tutto da un giorno all’altro. È la luce in fondo al tunnel, ma ci vorranno diversi passaggi prima che riusciamo a vedere la luce piena», conclude.
«In questa crisi tutti abbiamo imparato che la prospettiva meramente nazionale ha i suoi limiti e che invece siamo molto più forti quando agiamo a 27», ha ricordato poi la presidente della Commissione Ue, presentando la strategia per il coronavirus.
«Molte cose – sottolinea ancora – sono state fatte in modo corretto nella prima ondata, però le strategie di deconfinamento sono state troppo veloci: le misure sono state allentate troppo presto, ecco perché c’é la seconda ondata, che non sappiamo neppure se sarà l’ultima».
«Credo che il Natale di quest’anno – conclude – sarà un Natale diverso, dipende molto dai nostri comportamenti individuali, dipende molto anche dal comportamento regionale, e a livello degli stati membri ed europeo. Da tutti questi comportamenti dipendono le prossime settimane, ma il Natale di quest’anno sarà diverso».
Fonte: Il Messaggero