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Vaccino Covid ai 40enni, problemi in Campania. De Luca: “Non ci sono le dosi”

Il commissario per l’emergenza Covid Figliuolo dice che da lunedì 17 maggio anche i 40enni potranno prenotare i vaccini contro il Coronavirus. Ma in Campania la situazione non è così semplice.

Vaccino Covid ai 40enni, problemi in Campania: cosa dice De Luca

Il Governatore campano smorza gli entusiasmi: “Dicono apriamo le vaccinazioni ai 40enni ma i vaccini non ci sono. Oggi dovremmo avere più vaccini di altri, ma se ne sono dimenticati”. Come anticipato anche da Fanpage.it la Campania potrebbe avere serie difficoltà: per ora è Pfizer dipendente per gran parte della popolazione da vaccinare (over 50 e over 60) e dovrà avere adeguate dosi di AstraZeneca per assicurare la seconda dose agli over 70 di marzo.

De Luca: “Ancora oggi abbiamo 200mila vaccini in meno”

“Abbiamo fatto ‘open day’ in tre realtà con risultati entusiasmanti, si percepisce la voglia di vaccinarsi per tornare alla normalità. Il problema resta la quantità di vaccini che arrivano alla Campania”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, oggi in visita all’ospedale di Caserta. “Ancora oggi – ha sottolineato De Luca – siamo a 200mila vaccini in meno rispetto a quelli che dovremmo avere rispetto alla nostra popolazione. Ci è stato detto che recupereremo alcune decine di migliaia entro maggio, ma ancora oggi siamo a quasi 200mila in meno e questo condiziona la nostra campagna di vaccinazione. Nonostante questo, stiamo andando avanti con risultati straordinari”. 

De Luca: “Rt non può essere l’unico parametro”

“Sono d’accordo sulla modifica dei criteri di valutazione, l’Rt non può essere l’unico parametro” ha proseguito il governatore. “Ma bisogna fare molta attenzione – ha aggiunto De Luca – perché quando si modificano i criteri mi viene il dubbio che qualcuno voglia costruire un vestito a misura degli interessi di altri territori e non per la Campania. Quindi noi siamo sempre molto prudenti. Va bene la modifica, consideriamo come fattore importante l’occupazione delle terapie intensive e della degenza, ma ricordo sempre che siamo la regione più difficile perché abbiamo la densità abitativa più alta d’Italia e, nell’area metropolitana di Napoli, la più alta d’Europa, quindi non possiamo sbagliare”.


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