Vaccino covid 5-11 anni, Pfizer ha presentato la richiesta alla Fda per l’ok all’uso negli Usa. È l’aggiornamento comunicato da Pfizer, via Twitter, dopo che l’azienda nei giorni scorsi insieme a BioNTech aveva cominciato l’iter presentando all’agenzia degli States i dati dello studio di fase 2/3 sul vaccino anti-Covid nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni.
Vaccino covid 5-11 anni, Pfizer chiede ok a Fda
“Abbiamo presentato ufficialmente la nostra richiesta alla Fda per l’autorizzazione all’uso di emergenza (Eua)” negli Usa “del nostro vaccino anti-Covid nei bambini da 5 a meno di 12 anni”, si legge nel post. Il vaccino Pfizer produce una risposta immunitaria contro il Covid che persiste dopo 6 mesi. Lo dimostra uno studio dell’Università di Siena e dell’Azienda ospedaliero-universitaria senese sui vaccini a mRna che dimostra la persistenza della risposta immunitaria di cellule B di memoria specifiche per la proteina Spike del coronavirus 6 mesi dopo la vaccinazione.
Vaccino Pfizer produce anticorpi persistenti fino a 6 mesi
I dati sono stati pubblicati su ‘Frontiers in Immunology’. “Si tratta di uno studio innovativo che va oltre i dati attualmente disponibili sulla risposta immunitaria ai vaccini contro Covid-19, per lo più correlati alle risposte anticorpali“, sottolineano dall’ateneo senese. “I vaccini a mRna contro il Sars-CoV-2 – spiega Donata Medaglini, promotrice della ricerca – hanno dimostrato elevata efficacia ed immunogenicità, ma rimane ancora da stabilire quanto a lungo persista la risposta immunitaria. Buone notizie arrivano dai nostri studi, tra i primi a dimostrare la persistenza a lungo termine di cellule B di memoria, che contribuiscono a fornire una risposta alla domanda aperta sulla durata della memoria immunologica al vaccino Pfizer e sulla possibile necessità e tempistica di ripetute dosi di richiamo di un vaccino Covid-19 in soggetti sani“.
I risultati dello studio
I risultati del nuovo studio “dimostrano che il vaccino Pfizer stimola una persistente risposta di cellule B di memoria, nonostante un progressivo e fisiologico declino dei titoli anticorpali – si evidenzia – Queste cellule sono cruciali per una rapida risposta a un eventuale incontro con il virus, quando saranno infatti riattivate e capaci di produrre una nuova ondata di anticorpi anti-Spike“.
I test su 145 soggetti sani vaccinati
Le analisi sono state condotte in 145 soggetti sani vaccinati nell’ambito dello studio Immunovac promosso da Medaglini, del Dipartimento di Biotecnologie mediche (Dbm) dell’Università di Siena e dell’Uoc Microbiologia e Virologia dell’Aou Senese, diretta da Maria Grazia Cusi. Il centro sperimentale è quello della Uoc Malattie infettive e tropicali dell’Aou Senese, diretta da Mario Tumbarello, con Francesca Montagnani, medico dello stesso reparto e ricercatore universitario sempre del Dbm. Lo studio delle cellule B di memoria è stato condotto presso il Laboratorio di Microbiologia molecolare e biotecnologia del Dbm.