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Vaccino Covid, Pfizer avvia test clinici su bambini al di sotto dei 12 anni

Pfizer ha lanciato test clinici per valutare la somministrazione del suo vaccino anti-Covid sui bambini sotto i 12 anni

Pfizer ha lanciato test clinici per valutare la somministrazione del suo vaccino anti-Covid sui bambini sotto i 12 anni, con la speranza di ampliarne l’uso entro l’inizio del 2022.

Vaccino Covid: Pfizer avvia test sui bambini al di sotto dei 12 anni

Al momento il siero è stato autorizzato dalla Fda americana a partire dai 16 anni di età. Negli studi clinici pediatrici rientreranno anche neonati di sei mesi.

Come funziona il vaccino Pfizer

Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca la proteina Spike e quindi impedisce l’infezione delle cellule.

Il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) contiene le molecole di RNA messaggero (mRNA) che presentano al loro interno le indicazioni per costruire le proteine Spike del virus SARS-CoV-2. Nel vaccino, le molecole di mRNA sono inserite in una microscopica vescicola lipidica, una “bollicina” che protegge l’mRNA per evitare che deperisca in fretta (come solitamente accade) e che venga distrutto dalle difese del sistema immunitario in quanto componente estraneo all’organismo, così che possa entrare nelle cellule.

Una volta iniettato il vaccino, l’mRNA viene assorbito nel citoplasma delle cellule e avvia la sintesi delle proteine Spike. La loro presenza stimola così la produzione, da parte del sistema immunitario, di anticorpi specifici. Con il vaccino dunque, non si introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio (e quindi il vaccino non può in alcun modo provocare COVID-19 nella persona vaccinata), ma solo l’informazione genetica fondamentale alla cellula per costruire copie della proteina Spike.

La vaccinazione inoltre attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere a ulteriori esposizioni al virus SARS-CoV-2: se in futuro la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il virus, il suo sistema immunitario ne avrà memoria, lo riconoscerà e si attiverà per combatterlo, bloccando le proteine Spike e impedendone l’ingresso all’interno delle cellule.

Una volta compiuta la propria missione, l’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada naturalmente pochi giorni dopo la vaccinazione. Non c’è pertanto alcun rischio che entri nel nucleo delle cellule e ne modifichi il DNA.

Il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) viene somministrato in due iniezioni, in genere nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra.


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