Cronaca

Vaiolo delle scimmie in Italia, ecco chi è il paziente uno

È un uomo tornato dalle Isole Canarie ad aver contratto il vaiolo delle scimmie. È stato identificato all’ospedale Spallanzani di Roma il primo caso in Italia di vaiolo delle scimmie. Si tratta di un uomo rientrato dopo un soggiorno alle Isole Canarie che si è presentato al pronto soccorso dell’Umberto I.


Vaiolo delle scimmie in Italia, ecco chi è il paziente uno


Vaiolo delle scimmie, chi è l’uomo che ha contratto l’infezione

Anche le autorità sanitarie del Massachusetts hanno confermato un caso di vaiolo delle scimmie in un uomo che ha viaggiato recentemente in Canada dopo che i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno riferito che stavano monitorando la possibile diffusione di questa rara ma potenzialmente grave malattia virale.

La notizia arriva nello stesso giorno in cui le autorità sanitarie britanniche, spagnole e portoghesi hanno riportato nuovi casi, aumentando i timori che il virus si sia diffondendo silenziosamente fuori dall’Africa centrale e occidentale dove si trova in genere.

Sono 23 i casi sospetti di vaiolo delle scimmie analizzati a Madrid: lo si apprende da un comunicato dell’assessorato alla Salute regionale madrileno. Il vaiolo delle scimmie, spiega la nota, è una malattia “molto rara” che si presenta generalmente con “febbre, mialgia, linfoadenopatia (ghiandole gonfie) e un’eruzione cutanea sulle mani e sul viso, simile alla varicella”.

La salute dei pazienti sospetti evolve “favorevolmente“. anche se è necessario mantenerli “sotto osservazione” per la possibilità che qualcuno possa aver bisogno di un ricovero, affermano le autorità sanitarie. In genere, aggiunge il comunicato, “la sua trasmissione avviene per via respiratoria”, ma, per le caratteristiche dei 23 casi in fase di analisi, il sospetto è che il possibile contagio potrebbe essere avvenuto attraverso il “contatto con le mucose durante rapporti sessuali”.

Malattia vaiolo delle scimmie, sintomo e che cos’è

Il Regno Unito è stato il primo a confermare un caso di vaiolo delle scimmie all’inizio di questo mese. Ora ha rilevato sette casi e sta lavorando con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per indagare sulla diffusione del virus, dopo non essere riuscito a stabilire un collegamento tra il caso iniziale, identificato in un uomo che si era recato in Nigeria, e quelli più recenti. Le autorità sanitarie sospettano che alcune delle infezioni possano essersi verificate attraverso contatti sessuali.

I cinque pazienti portoghesi, su 20 casi sospetti, sono tutti in condizioni stabili, secondo le autorità sanitarie del Paese. Sono tutti uomini che vivono nella regione di Lisbona e nella Valle del Tago, hanno aggiunto. Le autorità sanitarie di Madrid hanno affermato che i casi scoperti in Spagna sembravano essere collegati a contatti sessuali. “In generale, la sua trasmissione avviene tramite gocce respiratorie, ma le caratteristiche delle 23 sospette infezioni indicano che viene trasmessa attraverso i fluidi corporei durante i rapporti sessuali”, hanno affermato in una nota, senza fornire ulteriori dettagli.

La malattia

Il vaiolo delle scimmie, che è simile al vaiolo umano, inizia tipicamente con una sindrome simil-influenzale e un gonfiore dei linfonodi, seguito da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo. La maggior parte delle persone guarisce dalla malattia – che è endemica in alcune parti dell’Africa centrale e occidentale e di solito è il risultato di uno stretto contatto con animali infetti – entro poche settimane, ma la patologia può essere anche fatale.

Esistono due tipi di virus del vaiolo delle scimmie: quello dell’Africa occidentale equello del bacino del Congo (Africa centrale). È stato documentato che il rapporto di mortalità per il vaiolo dell’Africa occidentale è di circa l’1% e fino al 10% per i pazienti con il vaiolo del bacino del Congo.


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Le cause

Questa malattia è causata dal ‘Monkeypox virus’ che appartiene al gruppo degli orthopoxvirus. Tra gli altri virus dello stesso gruppo che possono infettare gli esseri umani spiccano il virus del vaiolo, il vaccinia (utilizzato nel vaccino del vaiolo) e il cowpox virus.

I sintomi

Negli esseri umani, le caratteristiche cliniche del vaiolo delle scimmie sono simili a quelle del vaiolo. Circa 12 giorni dopo l’esposizione, la malattia si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi gonfi, malessere generale, e spossatezza. Nell’arco di 1 –3 giorni (talvolta anche di più) dall’insorgenza della febbre, il paziente sviluppa eruzione cutanea pustolare, che appare solitamente prima sul volto ma a volte anche su altre parti del corpo. Le lesioni si sviluppano in genere in diverse fasi prima di formare la crosta e cadere. La malattia generalmente dura da due a quattro settimane. In Africa il vaiolo delle scimmie è fatale in circa il 10% delle persone che contraggono la malattia. La mortalità per il vaiolo umano era di circa il 30% dei casi prima cha la malattia fosse eradicata.

Diffusione tra gli esseri umani

Gli uomini possono contrarre il vaiolo delle scimmie attraverso un morso o il contatto diretto con sangue, liquidi organici o lesioni di un animale infetto. La malattia potrebbe anche diffondersi da uomo a uomo, tuttavia è molto meno contagiosa del vaiolo umano. Si pensa che il virus si trasmetta per via orale durante il contatto diretto o contatto faccia a faccia prolungato. Inoltre, il vaiolo delle scimmie può trasmettersi tramite il contatto diretto con i liquidi organici di una persona infetta o con oggetti contaminati dal virus quali biancheria o abbigliamento. La trasmissione da uomo a uomo del virus avviene con un periodo di incubazione di circa 12 giorni (da 7 a 21 giorni).

La prevenzione

Non esiste un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie. E’ stato riferito che in Africa il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie si riduce nelle persone precedentemente vaccinate per il vaiolo. E’ in corso di valutazione il ruolo potenziale del vaccino per il vaiolo nei pazienti esposti al vaiolo delle scimmie. Si stanno anche valutando farmaci antivirali, come il cidofovir, per il trattamento.

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