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Vaiolo delle scimmie in Italia, Spallanzani: “Stesso protocollo Covid e isolamento per 21 giorni”

Qual è il protocollo da seguire in caso di sospetto contatto con pazienti che hanno contratto il vaiolo delle scimmie? I medici dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani stanno monitorando la situazione dopo il primo caso rilevato in Italia, quello di un ragazzo rientrato da un viaggio alle Isole Canarie. Nelle scorse ore sono salite a tre le persone contagiate dal vaiolo delle scimmie in Italia, monkeypox.

Vaiolo delle scimmie, il protocollo dello Spallanzani

“Eravamo pronti – ha dichiarato Emanuele Nicastri, direttore della divisione Malattie Infettive dello Spallazani a il Corriere della Sera – Ce lo aspettavamo che il vaiolo delle scimmie prima o poi sarebbe arrivato anche qui. Non lo avevamo mai più visto né affrontato prima, che si trattasse di pazienti autoctoni o di importazione”.

Dopo la segnalazione dei primi casi in Inghilterra, tutti i medici erano stati messi in allerta. Anche per questa ragione, è stato possibile riconoscere e segnalare subito, anche soltanto basandosi dalle foto, la possibilità che si trattasse di vaiolo delle scimmie nel primo caso riscontrato in Italia. “Devo dedicare una parola per la prontezza del collega del pronto soccorso del Policlinico Umberto I – ha detto il dottor Nicastri – Il sospetto è subito stato confermato dalle evidenze delle manifestazioni cliniche. E in un secondo momento dagli esami.”

Proprio come accadeva per il Covid, inoltre, per i pazienti colpiti dal vaiolo delle scimmie, è previsto un periodo di isolamento di almeno 21 giorni: “Per loro vengono applicati gli stessi protocolli del Covid: possono ricevere visite ma da dietro un vetro che li schermapoi ha aggiunto che è possibile anche restare a casa, pur essendo affetti dal virus – Ma attuando alcune accortezze, le stesse che conosciamo da due anni. Quindi stanza singola e ben areata, mascherine se si entra in contatto con un convivente, bagno separato”.

Malattia vaiolo delle scimmie, sintomi e che cos’è

Il Regno Unito è stato il primo a confermare un caso di vaiolo delle scimmie all’inizio di questo mese. Ora ha rilevato sette casi e sta lavorando con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per indagare sulla diffusione del virus, dopo non essere riuscito a stabilire un collegamento tra il caso iniziale, identificato in un uomo che si era recato in Nigeria, e quelli più recenti. Le autorità sanitarie sospettano che alcune delle infezioni possano essersi verificate attraverso contatti sessuali.

I cinque pazienti portoghesi, su 20 casi sospetti, sono tutti in condizioni stabili, secondo le autorità sanitarie del Paese. Sono tutti uomini che vivono nella regione di Lisbona e nella Valle del Tago, hanno aggiunto. Le autorità sanitarie di Madrid hanno affermato che i casi scoperti in Spagna sembravano essere collegati a contatti sessuali. “In generale, la sua trasmissione avviene tramite gocce respiratorie, ma le caratteristiche delle 23 sospette infezioni indicano che viene trasmessa attraverso i fluidi corporei durante i rapporti sessuali”, hanno affermato in una nota, senza fornire ulteriori dettagli.



La malattia

Il vaiolo delle scimmie, che è simile al vaiolo umano, inizia tipicamente con una sindrome simil-influenzale e un gonfiore dei linfonodi, seguito da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo. La maggior parte delle persone guarisce dalla malattia – che è endemica in alcune parti dell’Africa centrale e occidentale e di solito è il risultato di uno stretto contatto con animali infetti – entro poche settimane, ma la patologia può essere anche fatale.

Esistono due tipi di virus del vaiolo delle scimmie: quello dell’Africa occidentale equello del bacino del Congo (Africa centrale). È stato documentato che il rapporto di mortalità per il vaiolo dell’Africa occidentale è di circa l’1% e fino al 10% per i pazienti con il vaiolo del bacino del Congo.

Le cause

Questa malattia è causata dal ‘Monkeypox virus’ che appartiene al gruppo degli orthopoxvirus. Tra gli altri virus dello stesso gruppo che possono infettare gli esseri umani spiccano il virus del vaiolo, il vaccinia (utilizzato nel vaccino del vaiolo) e il cowpox virus.

I sintomi

Negli esseri umani, le caratteristiche cliniche del vaiolo delle scimmie sono simili a quelle del vaiolo. Circa 12 giorni dopo l’esposizione, la malattia si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi gonfi, malessere generale, e spossatezza. Nell’arco di 1 –3 giorni (talvolta anche di più) dall’insorgenza della febbre, il paziente sviluppa eruzione cutanea pustolare, che appare solitamente prima sul volto ma a volte anche su altre parti del corpo. Le lesioni si sviluppano in genere in diverse fasi prima di formare la crosta e cadere. La malattia generalmente dura da due a quattro settimane. In Africa il vaiolo delle scimmie è fatale in circa il 10% delle persone che contraggono la malattia. La mortalità per il vaiolo umano era di circa il 30% dei casi prima cha la malattia fosse eradicata.



Diffusione tra gli esseri umani

Gli uomini possono contrarre il vaiolo delle scimmie attraverso un morso o il contatto diretto con sangue, liquidi organici o lesioni di un animale infetto. La malattia potrebbe anche diffondersi da uomo a uomo, tuttavia è molto meno contagiosa del vaiolo umano. Si pensa che il virus si trasmetta per via orale durante il contatto diretto o contatto faccia a faccia prolungato. Inoltre, il vaiolo delle scimmie può trasmettersi tramite il contatto diretto con i liquidi organici di una persona infetta o con oggetti contaminati dal virus quali biancheria o abbigliamento. La trasmissione da uomo a uomo del virus avviene con un periodo di incubazione di circa 12 giorni (da 7 a 21 giorni).

La prevenzione

Non esiste un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie. E’ stato riferito che in Africa il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie si riduce nelle persone precedentemente vaccinate per il vaiolo. E’ in corso di valutazione il ruolo potenziale del vaccino per il vaiolo nei pazienti esposti al vaiolo delle scimmie. Si stanno anche valutando farmaci antivirali, come il cidofovir, per il trattamento.

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