“A rischio gay, transgender, sesso di gruppo, in club e saune”, così in un documento inviato alle direzioni generali e sanitarie delle Aziende regionali, con un linguaggio e un immaginario di altri tempi, la Regione Piemonte dirama le raccomandazioni di prevenzione contro il vaiolo delle scimmie.
Vaiolo delle scimmie, “a rischio gay, transgender, sesso di gruppo, in club e saune”, è polemica
“Persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (msm) che rientrino nei seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi tre mesi) con più partner sessuali; partecipazione a eventi sessuali di gruppo; partecipazione a incontri sessuali in locali, club, cruising e saune; recente infezione sessuale trasmessa; abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche”. Così, nero su bianco, in un documento inviato alle direzioni generali e sanitarie delle Aziende regionali, con un linguaggio e un immaginario di altri tempi, la Regione Piemonte dirama le raccomandazioni di prevenzione contro il vaiolo delle scimmie (Mpox).
Quella che a livello planetario sta diventando un’emergenza sempre più estesa, viene affrontata in Piemonte puntando il dito contro pochi gruppi sociali, contravvenendo le stesse linee guida nazionali, che invece specificano che “Mpox, può essere trasmesso a chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, attraverso il contatto con fluidi corporei, contatto con lesioni o oggetti condivisi”.
La circolare del ministero
In particolare il ministero della Salute specifica che “a trasmissione interumana avviene attraverso il contatto fisico stretto, compresa l’attività sessuale” e in particolare contatto fisico diretto pelle a pelle (come toccarsi, abbracciarsi, baciarsi, contatti intimi o sessuali); contatto con materiali contaminati quali indumenti o biancheria da letto, compreso il contatto con materiale disperso da biancheria o superfici durante la manipolazione della biancheria da letto o durante la pulizia di ambienti contaminati; esposizione respiratoria diretta, faccia a faccia, ravvicinata; esposizione respiratoria (cioè possibile inalazione) o esposizione della mucosa oculare a materiale lesionale (ad es, croste) di una persona infetta”.