Cronaca

Vallanzasca scrive ai giudici: “Mandatemi ad aiutare i giovani”

Il “Bel René“, Renato Vallanzasca, protagonista della criminalità milanese negli Anni Settanta e Ottanta, pur non avendo mai chiesto perdono alle vittime e ai loro parenti, qualche giorno fa era tornato a chiedere la libertà condizionata.

La richiesta di Vallanzasca respinta dai giudici: “Manca la prova del ravvedimento

Potrei essere utile ai giovani, mandatemi in una comunità“: così pochi giorni fa, prima che la sua richiesta di libertà condizionata fosse respinta, Renato Vallanzasca, 50 anni dietro le sbarre per rapine, omicidi ed evasioni, aveva scritto ai giudici. Per i magistrati però, come già nel 2018, per il “Bel René” manca “la prova del ravvedimento“: Vallanzasca non ha infatti mai chiesto perdono alle vittime o ai parenti di queste, nè tantomeno le ha risarcite.

La lettera

E proprio sul non aver mai chiesto perdono sono incentrati alcuni passaggi della lettera inviata ai giudici e riportata da Il Giorno: “Lo dico per l’ ennesima volta, la mia è una decisione mirata proprio perché trattasi del Silenzio Che Si Deve Come Il Massimo Rispetto Per le Vittime“.

Quanto al futuro, il bandito della Comasina, sperava, come si evince dalle parole inviate ai magistrati, di poter essere affidato a una comunità: “I pensieri sulla mia vita mi hanno sempre accompagnato, così come la consapevolezza dei danni che ho creato. A tutti. Il mio futuro ora potrebbe essere in una comunità, magari per essere utile ai giovani. Potrebbero trarre qualche giovamento dalla mia vita assurda”.


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