Quattro medici a processo per il decesso di Michele Alfano, il 40enne di Capaccio che morì dopo un intervento di riduzione dello stomaco presso la clinica Cobellis di Vallo della Lucania. Il gup ha rinviato a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo in concorso, i chirurghi che operarono il 40enne: Luigi Cobellis, titolare della struttura, Luigi Angrisani, specialista esterno, Giovanni Novi di Ascea e Rocco Cimino ex sindaco di Teggiano.
Muore Michele Alfano in clinica dopo un intervento: in 4 a processo
Sulla morte di Michele Alfano e su cosa sia realmente accaduto nella clinica ‘Cobellis’ di Vallo della Lucania, quel tragico 17 settembre del 2016, la giustizia non ha ancora fatto luce. Il 40enne di Capaccio Paestum affetto da obesità, morì nella casa di cura ‘Cobellis’ di Vallo della Lucania dopo 14 giorni di agonia a seguito di un intervento di riduzione dello stomaco, cosiddetto ‘sleeve gastrectomy’, cui si era sottoposto per perdere peso.
Il sequestro della cartella clinica
La procura vallese dispose immediatamente il sequestro della cartella clinica, nominando il medico legale Adamo Maiese quale consulente tecnico, lo stesso che ha eseguito l’esame esterno e l’autopsia sulla salma di Alfano: durato oltre 3 ore, l’esame autoptico accertò che, a causarne la morte, fu un’infezione letale provocata da un ‘buco’ allo stomaco.
Più precisamente, secondo il pm Palumbo, i quattro chirurghi imputati “per colpa dovuta ad imperizia, imprudenza e negligenza, consistite dapprima nel cagionare, durante l’intervento chirurgico, una fistole gastrica sulla parete postero-superiore dello stomaco e, successivamente, nel non diagnosticarne la presenza, nonostante fossero comparsi segni d’infiammazione e di peritonite nel paziente, cagionandone la morte per insufficienza multiorgano complicata da lesione gastrica e conseguente peritonite chimica nonché polmonite bilaterale”.