Cronaca

Perché con la variante Delta c’è il rischio che torni la zona rossa in estate

Covid e variante Delta, l'Italia rischia davvero il lockdown? L'allarme lanciato dal coordinatore Franco Locatelli

In Italia si rischia un nuovo lockdown a causa della variante Delta del Covid? Un allarme lanciato ieri dal governatore campano Vincenzo De Luca il quale – nel corso della consueta diretta social settimanale – si è detto preoccupato per la situazione relativa ai vaccini a Napoli: “Si aggiunge un altro problema che riguarda Napoli. Di questo passo, andremo in lockdown nel giro di un paio di mesi. Ieri, su un numero di cittadini che si è prenotato per la vaccinazione, si è presentato un numero limitatissimo di cittadini” ha detto De Luca.

Covid e variante Delta, Italia verso un nuovo lockdown?

Il problema è rappresentato dall’ormai nota variante Delta che ha colpito l’Italia e in generale l’Europa. Proprio nei giorni delle zone bianche e delle riaperture delle discoteche, il coordinatore Franco Locatelli lancia chiaramente l’allarme: potrebbero tornare le zone rosse per cercare di fermare la nuova variante del Covid. Il presidente del Consiglio superiore di sanità spiega che ora l’obiettivo più importante è “lavorare nella maniera più intensiva sul tracciamento e sul sequenziamento“.

Certo è che una volta sequenziato e scoperto delle zone di incidenza più alta “ci sono delle decisioni che devono seguire per cercare di contenere il tutto”. Se necessario “vanno create delle zone per fermare i cluster, come ad esempio è successo in Umbria per la variante brasiliana”.

Covid: seconda dose vaccino fondamentale per arginare la variante Delta

È veramente importante avere la seconda dose di vaccino” per arginare la diffusione della variante Delta. A dirlo è il direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, Emer Cooke, all’evento di Sky Tg24 Live In Firenze. “La gente si deve rendere conto che il vaccino sta funzionando bene anche contro la variante Delta” di Sars-CoV-2 “ma, attenzione: dobbiamo avere la seconda dose che è fondamentale per poter evitare la diffusione” e conseguenze severe dal virus.

Sappiamo bene che questa variante sarà sempre più importante a livello di numeri“, ed è destinata a diventare dominante, “ma il vaccino è quello che serve contro questa e anche tutte le altre varianti“, ha aggiunto. “A partire da dicembre dell’anno scorso sono stati autorizzati 4 vaccini per il continente europeo: Pfizer/BioNTech, Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson. Sappiamo che sono sicuri ed efficaci. E constatiamo la loro implementazione in Europa: 320mln di dosi sono state somministrate” in quest’area. “Il 52% dei cittadini ha ricevuto una dose e il 32% anche la seconda“, ha spiegato.

Variante Delta Plus e Delta: quali sono le differenze e cosa sappiamo finora

Il ceppo si chiama in realtà B.1.617.2.1 o AY.1, ed è stato identificato in India dall’Istituto di genomica del Consiglio nazionale delle ricerche e risulta presente in tre Stati. Secondo quanto riporta la Cnn nel Regno Unito, Paese che da sempre fa molte indagini genomiche sequenziando almeno il 10% dei tamponi positivi, i primi casi sarebbero stati segnalati già il 28 aprile scorso, quindi probabilmente circolava fin dalla primavera. Fino ad oggi sono stati identificati circa 200 casi in 11 diversi Paesi. Gli esperti di salute pubblica stanno studiando del Delta Plus sia più trasmissibile rispetto a Delta e Alfa, anche se è ancora prematura una risposta visto il numero limitato di campioni finora sequenziati.

Quali sono le differenze tra variante Delta e Delta Plus?

Tutte le varianti presentano diverse mutazioni. Delta Plus rispetto alla Delta ha una mutazione in più chiamata K417N. Si tratta di una mutazione nella proteina Spike, la parte del virus che si attacca alle cellule che infetta. La mutazione K417N non è del tutto nuova ed è sorta in modo indipendente in diversi lignaggi virali. È comune alla variante Beta (che si è diffusa in Sudafrica) e anche a un ceppo trovato in Qatar nel marzo 2020.


 

Covid, cos’è la variante Delta Plus e perché se ne sta parlando


Dobbiamo essere allarmati?

“Non ci sono ancora dati per supportare la designazione della variante come ceppo di preoccupazione”, ha detto il dottor Gagandeep Kang, membro della Royal Society di Londra. In effetti, come ormai abbiamo imparato, le mutazioni del virus sono all’ordine del giorno. E finora non è emersa ancora nessuna variante in grado di eludere la risposta immunitaria dei vaccini.

Secondo il ministero della Salute indiano la variante Delta Plus è stata rilevata in circa 40 campioni provenienti da tre stati indiani: Maharashtra, Kerala e Madhya Pradesh. Al di fuori dell‘India è stata segnalata in altri nove Paesi: USA, Regno Unito, Portogallo, Svizzera, Giappone, Polonia, Nepal, Russia e Cina. In tutto nel mondo sarebbero stati identificati solo 200 casi riconducibili a Delta Plus.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha detto a Reuters che sta monitorando la nuova variante ma ha affermato che non è ancora comune e rappresenta un rischio per la salute inferiore rispetto alla variante Delta “comune” che del resto ormai ha raggiunto 80 Paesi in tutto il mondo e secondo l’Ecdc (centro europeo di controllo delle malattie) entro fine agosto rappresenterà il 90% dei casi di Coronavirus in Europa.

 

Cosa sappiamo della trasmissibilità, letalità, evasione vaccinale?

“Dato il piccolo numero di ceppi segnalati – spiega Francois Balloux – non si sa nulla sulla trasmissibilità, sull’evasione immunitaria o sulla letalità del ceppo Delta+. Tuttavia, dato che è rimasto a frequenza molto bassa nei luoghi dove è stato identificato, è verosimile che non sia più trasmissibile del suo progenitore Delta”.

Che cosa è la mutazione K417N?

La mutazione K417N è sorta indipendentemente in diversi lignaggi (almeno due volte nella Delta). È stata osservata il 27 marzo 2020 in un ceppo trovato in Qatar. K417N è generalmente presente nella variante beta (1.351), l’ex sudafricana. Questa mutazione potrebbe contribuire alla fuga immunitaria, sebbene il suo impatto sulla trasmissibilità non sia chiaro. Nessuno dei lignaggi che contiene K417N ha avuto successo nella diffusione finora, ad eccezione della Beta.

Dove è diffusa Delta Plus?

Finora, Delta Plus è stata segnalata in 11 paesi, ma il numero di casi per Paese riflette il numero di campioni che sono stati sequenziati e sono necessari più dati per determinare l’effettivo tasso di diffusione. Al 16 giugno negli Stati Uniti erano stati confermati 83 casi, 14 nel Regno Unito (tutte persone che avevano viaggiato in Nepal e Turchia). L’India ha contato 40 casi, sparsi in tre stati: Maharashtra, Kerala e Madhya Pradesh. Il resto dei casi è distribuito tra Canada, Giappone, Nepal, Polonia, Portogallo, Russia, Svizzera e Turchia.


Il sito del Ministero della Salute

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