Il Covid continua a far paura e si scoprono nuove varianti “meritevoli” di attenzione: sorvegliata speciale è la Lambda, identificata per la prima volta in Sudamerica e già largamente presente in tutta l’America settentrionale fino al Canada. Ecco cosa è, cosa sappiamo, i sintomi, la diffusione e i risultati sull’efficacia del vaccino.
Le varianti Covid
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato quattro varianti di preoccupazione (VOC), ovvero l’Alfa (ex inglese), la Beta (ex sudafricana), la Gamma (ex brasiliana) e la Delta (ex seconda indiana), tutte caratterizzate da mutazioni in grado di renderle più trasmissibili, virulente capaci di eludere in parte l’efficacia degli anticorpi neutralizzanti, sia quelli indotti dai vaccini anti Covid che quelli di una precedente infezione naturale. Oltre alle varianti di preoccupazione, l’OMS ha anche riconosciuto diverse varianti di interesse (VOI), per le quali non sono state ancora “certificate” le suddette caratteristiche ma che rappresentano una grossa minaccia. Fra queste ci sono la variante Lambda o C.37, scoperta per la prima volta in Perù a dicembre 2020 e classificata come VOI dall’OMS a giugno di quest’anno, e la variante Mu.
La variante Lambda
Secondo una ricerca coordinata dall’Università di Tokyo – accessibile online sul sito bioRxiv che accoglie gli articoli non ancora sottoposti all’esame della comunità scientifica – la variante Lambda ha due mutazioni che la rendono altamente infettiva. Queste sono indicate con le sigle T76I e L452Q, e si trovano sulla proteina Spike con la quale il virus penetra nelle cellule umane. Una terza mutazione, indicata con RSYLTPGD246-253N, si trova nella parte terminale della proteina Spike e grazie a essa questa variante riesce a sfuggire agli anticorpi. È soprattutto quest’ultima mutazione a essere monitorata.
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Dov’è diffusa la variante Lambda
La variante Lambda ha messo subito in allarme gli Stati Uniti. Il primo caso di variante Lambda è stato rilevato il mese scorso in Texas, allo Houston Methodist Hospital e da allora il sequenziamento genomico ha identificato 1.060 contagi ad essa riconducibili. Ma questa mutazione si sta diffondendo anche in altri Paesi. Stando ai numeri della banca dati internazionale Gisaid, nel mondo sono stati registrati circa quattromila casi di variante Lambda, la maggior parte dei quali concentrati nel Paesi del Sud America, soprattutto in Perù, Argentina, Cile ed Ecuador; si rilevano molti casi anche in tutta l’America settentrionale, mentre in Europa si osservano casi soprattutto in Spagna e Germania, mentre non arrivano a una decina quelli rilevati in Italia. Bassa anche la diffusione in Asia e Oceania. L’Italia è al quattordicesimo posto nella classifica globale, con soli 13 casi individuati.
Lambda nel mirino degli studiosi
La variante Lambda è nel mirino degli studiosi. A sollevare l’attenzione sull’incognita delle varianti è l’articolo pubblicato sulla rivista Current Biology dal gruppo di ricerca dell’Agenzia per la Sanità pubblica del Canada coordinato da Sarah Otto.
“Mentre ci prepariamo a riaprire la società, risanare l’economia e riprendere le attività sociali, i contatti sociali aumenteranno e si prevede che questa situazione – osservano i ricercatori – possa aumentare il vantaggio selettivo di varianti più trasmissibili e in grado di infettare individui immunizzati”. Se il tracciamento e il sequenziamento sono fra le armi principali per contrastare la circolazione del virus, l’aumento dei casi positivi potrebbe rendere sempre più difficile applicarle.
A mettere in guardia dalle varianti è intervenuto in Gran Bretagna anche Andrew Pollard, direttore del Centro Vaccini dell’Uniiversità di Oxford e fra i ricercatori che hanno contribuito a mettere a punto il vaccino prodotto da AstraZeneca: secondo Pollard l’immunità di gregge “non è una possibilità” a causa delle varianti che, come la Delta, continuano a diffondere il contagio anche in una parte di persone vaccinate. Secondo l’esperto ulteriori varianti ancora più aggressive non sono da escludere.
Le varianti dovrebbero essere delle sorvegliate speciali anche secondo il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca: “i vaccini stanno riducendo drasticamente il numero di decessi e ricoveri, ma le varianti stanno annullando l’effetto positivo dei vaccini”. Tante le ipotesi sulle strategie migliori per arginare le nuove varianti, ma al momento tracciamento e sequenziamento restano le contromisure principali. Il problema, conclude l’esperto, è che «in Italia non stiamo tracciando e i tamponi che si fanno nella maggior parte dei casi sono gli antigenici rapidi»
I vaccini
Per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini, i ricercatori della scuola di Medicina di New York Mount Sinai hanno testato una serie di varianti virali – tra cui B.1.526 (Iota), B.1.1.7+E484K (Alpha), B.1.351 (Beta), B.1.617.2 (Delta) e C.37 (Lambda) – su 76 individui vaccinati con mRNA-1273 (Moderna) o BNT162b2 (Pfizer/BioNTech). A ridurre con più forza il potere degli anticorpi è stata la variante Lambda, della quale tuttavia è stata usata una “sottovariante” con 84 ulteriori cambiamenti rispetto alla sequenza C.37. La ricerca spiega comunque che i vaccini rimangono efficaci: “Tutti i 30 sieri hanno mantenuto almeno un’attività di neutralizzazione parziale contro questo virus variante C.37, il che potrebbe indicare che i vaccini mRNA rimarranno efficaci e che l’evasione immunitaria mostrata dovrebbe essere vista come lo scenario peggiore per la variante C.37”.
Dove “nasce” questa nuova variante?
Lambda (o C.37), è stata identificata per la prima volta a dicembre 2020 in Perù. Per questo la nuova variante è diventata la “variante peruviana”. Nel mese di aprile – spiega l’Oms – l’81% dei casi di Covid-19 in Perù sono stati ricondotti al ceppo Lambda.
In quanti Paesi è diffusa?
Ad oggi è diffusa altri 29 Paesi, specialmente in America del Sud. Sono stati individuati i primi 1.060 casi della “nuova” variante del coronavirus negli Stati Uniti, come riferisce la Cnn sulla base dei dati condivisi dall’organismo indipendente Gisaid. Il numero è scarsamente rilevante al momento, soprattutto se si considera che l’83% dei casi nel paese dipendono dalla variante Delta.
Cosa accade in Italia?
In Europa si osservano casi soprattutto in Spagna e Germania, mentre non arrivano a una decina quelli rilevati in Italia. Bassa anche la diffusione in Asia e Oceania.
È elevata la trasmissibilità di questo nuova variante?
«E’ difficile sapere con certezza quanto sia trasmissibile la variante Lambda – spiega il professor Preeti Malani, responsabile della divisione malattie infettive alla University of Michigan -. Al momento, sembra sia più trasmissibile del virus originale».