Tra vecchie e nuove regole entrate in vigore da giugno, e volute da Salvini, è caos autovelox: boom di ricorsi contro i dispositivi ‘non omologati’. Lo scorso 13 agosto l’associazione “Uso improprio autovelox” ha annunciato di aver presentato una querela contro i comuni veneti di Cittadella, Carmignano di Brenta, Fontaniva e Galliera Veneta.
Autovelox, boom di ricorsi contro i dispositivi non omologati
Da giugno sono entrate in vigore le nuove regole sugli autovelox, volute da Matteo Salvini, per disciplinare in modo più rigoroso la collocazione dei dispositivi. Tra vecchie e nuove norme, dispositivi approvati ma anche non omologati, non sono mancate le polemiche sull’argomento. Nel mirino ancora sindaci e autorità locali, accusati di utilizzare gli autovelox come strumento per far cassa attraverso le multe.
Lo scorso 13 agosto l’associazione “Uso improprio autovelox” ha annunciato di aver presentato una querela contro i comuni veneti di Cittadella, Carmignano di Brenta, Fontaniva e Galliera Veneta: “Questi i sindaci denunciati che sulla regionale 53 hanno installato e utilizzano 12 autovelox in un tratto di 15 chilometri. Una strada ampia dritta e sicura con pochi incidenti (per fortuna) e una sede viaria che difficilmente si può percorrere a 70 Km/h – risultato 17 milioni di euro incassati dal 2021 al 2023”, denuncia l’associazione chiedendo alla procura che nei confronti delle autorità locali “si proceda penalmente per tutti i reati che saranno ravvisati dall’autorità giudiziaria”.
Le nuove norme
Con nuove norme ci si riferisce al decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 maggio ed entrato in vigore a giugno. Tra le principali novità, il decreto prevede che gli autovelox siano segnalati in anticipo e con distanze precise: almeno un chilometro prima fuori dai centri urbani (strade extraurbane), 200 metri prima sulle strade urbane di scorrimento e 75 metri prima in tutte le altre. Inoltre, tra un dispositivo e l’altro dovranno esserci distanze minime differenziate in base al tipo di strada (urbana o extraurbana), per evitare la serialità delle multe nello stesso tratto di strada.