Cronaca

Veliero affondato a Palermo, ancora dubbi sulle cause: l’albero era intatto

Mentre proseguono le ricerche dei sei dispersi, le autorità stanno cercando di chiarire le cause che hanno portato all’affondamento del veliero Bayesian, avvenuto lunedì mattina al largo di Ponticello, vicino a Palermo. Sebbene la tromba d’aria sia stata identificata come l’evento scatenante, rimangono molti interrogativi. Come sottolineato dagli ingegneri navali, il super yacht avrebbe dovuto essere in grado di resistere a condizioni meteo avverse, come venti fortissimi, fulmini e onde imponenti. I sommozzatori hanno confermato che lo scafo e l’albero maestro del Bayesian, lungo 75 metri, sono rimasti intatti a 50 metri di profondità, alimentando così l’ipotesi di un possibile errore umano.

Veliero affondato a Ponticello: dubbi sulle cause

La “The Italian Sea Group”, proprietaria del cantiere Perini Group di Viareggio, che ha costruito il veliero nel 2008, ha sottolineato che, secondo i rilievi della guardia costiera, lo scafo non presenta falle, l’albero non si è spezzato, e i boccaporti e le vetrate risultano intatti. Questo ha portato a considerare altre ipotesi, tra cui la possibilità che un muro d’acqua abbia sollevato l’imbarcazione da poppa, spingendola poi sott’acqua, o che l’ancoraggio in rada, in presenza di un allarme meteo, possa aver giocato un ruolo.

Anche esperti internazionali stanno analizzando la vicenda, e il Financial Times ha sollevato dubbi riguardo alla posizione della “deriva mobile” del veliero, una sorta di pinna situata sotto lo scafo che può essere regolata per aumentare o diminuire la stabilità dell’imbarcazione. Secondo il quotidiano, se la chiglia fosse stata sollevata invece di essere completamente estesa, la stabilità del veliero avrebbe potuto essere compromessa in caso di vento forte. Di solito, i capitani di yacht a vela con alberi particolarmente alti cercano di allontanarsi dalle zone di pericolo in presenza di forti venti, ma in questo caso ciò non è avvenuto.

L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato Maggiore della Marina Militare italiana, ha espresso perplessità riguardo alla rapidità con cui un’imbarcazione così moderna e ben equipaggiata è affondata. Se lo scafo non presenta lesioni, ha osservato, l’acqua potrebbe essere entrata attraverso portelli aperti, causando l’affondamento veloce della nave a causa dell’enorme quantità di acqua che si sarebbe riversata all’interno. L’ipotesi di un errore umano rimane dunque al centro delle indagini.

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