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Verona, agguati e violenze: indagati 32 militanti di estrema destra, 3 sono minorenni

Militanti di estrema destra

Militanti di estrema destra

A Verona 32 militanti di estrema destra, fra cui 3 minorenni, sono indagati.I reati contestati dalla Procura si riferiscono agli assalti compiuti durante i festeggiamenti per la vittoria del Marocco sulla Spagna ai campionati Mondiali di Calcio nel dicembre 2022, quando si verificarono aggressioni a colpi di bastoni e cinture, danneggiando anche le auto in transito.

Verona, indagati 32 militanti di estrema destra

Trentadue persone, tre delle quali minorenni, sono indagate nell’ambito dell’inchiesta della Procura delle Repubblica di Verona sulle violenze compiute da giovani dell’area di estrema destra (alcuni dei quali militanti di Casapound) che lo scorso 12 luglio aveva portato all’arresto di 7 persone. L’indagine è stata chiusa dal pubblico ministero Silvia Facciotti, che contesta a carico di tutti gli indagati i reati, in concorso, di violenza privata, lesioni e danneggiamento, aggravati dal numero di persone. A 12 giovani viene imputata anche l’aggravante della discriminazione razziale.

Nello specifico i reati contestati dalla Procura si riferiscono agli assalti compiuti durante i festeggiamenti per la vittoria del Marocco sulla Spagna ai campionati Mondiali di Calcio nel dicembre 2022, quando si verificarono aggressioni a colpi di bastoni e cinture, danneggiando anche le auto in transito. Nel mirino degli indagati anche le baby gang, con l’invito via Telegram a presidiare varie zone dalla città, per poi aggredire invece un gruppo di ragazzini incontrati nella centralissima via Mazzini. Le violenze erano state commesse con i volti bardati da cappelli, sciarpe, passamontagna, camuffamenti che tuttavia non hanno impedito ai presunti responsabili di essere riconoscibili.

L’ultimo episodio contestato risale a luglio dello scorso anno, un assalto a colpi di spranghe e sassi all’organizzatore e all’addetto alla sicurezza della Festa in Rosso di Rifondazione Comunista, nel quartiere di Quinzano. In quel caso un dirigente del partito era stato ferito e alcune strutture danneggiate dopo che per giorni si erano susseguite provocazioni, come il lancio di bottiglie e altri oggetti e il transito – davanti ai militanti – facendo il saluto romano. I responsabili sono comunque stati individuati.

 

 

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