Il consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo sull’accertamento, che contiene tra l’altro anche il concordato preventivo biennale per le partite Iva. Le risorse che verranno raccolte con il concordato preventivo biennale “serviranno anche per completare le fasi successive di riforma. Il nostro obiettivo è che attraverso l’emersione di questa materia imponibile si possa ulteriormente incidere sulla riduzione delle aliquote Irpef”, ha detto il viceministro dell’economia Maurizio Leo illustrando il decreto legislativo sull’accertamento approvato in via definitiva dal cdm.
Via libera al concordato preventivo biennale per le partite Iva
“L’obiettivo è proprio quello di contrastare i fenomeni elusivi“, ha aggiunto Leo rispondendo in conferenza stampa sull’eliminazione della soglia d’accesso al concordato preventivo biennale. “La finalità che si è voluta perseguire eliminando l’8 (negli indici Isa, ndr) è gradualmente di portare tutti più su, in modo da poter combattere il fenomeno dell’evasione fiscale, laddove si dovesse riscontrare. Il problema è legato al numero dei controlli per chi ha un punteggio inferiore all’8: siccome non ne vengono fatti tanti, o li portiamo tutti più su o rischiamo che continuino a non dichiarare”.
Il decreto legislativo sull’accertamento approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri “è il settimo decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale, che era attesa dagli anni Settanta e che è stata varata dal governo in tempi molto rapidi”, ha proseguito Leo.
La legge delega, ha ricordato Leo, è stata presentata in cdm a marzo, approvata ad agosto e oggi siamo al settimo provvedimento di attuazione, che andrà in Gazzetta di qui a qualche giorno”. Il provvedimento, ha aggiunto, “completa un nuovo tipo di rapporto che si avvia tra l’amministrazione finanziaria e il contribuente.
Che cosa prevede il concordato preventivo biennale
Il concordato interessa 4 milioni di partite Iva (2,42 milioni di soggetti sottoposti agli indici sintetici di affidabilità, gli ex studi di settore e 1,7 milioni di forfettari), che potranno ricevere una proposta dal Fisco sulla base della quale pagare le tasse nei due anni successivi. La maggiore novità, che accoglie i rilievi del Parlamento, è l’ampliamento della platea, inizialmente circoscritta ai soli soggetti con un voto di almeno 8 nelle pagelle dell’affidabilità fiscale. Salta la richiesta di porre un tetto del 10% al reddito, mentre – sempre su richiesta delle commissioni parlamentari – viene dato più tempo ai contribuenti per aderire: potranno farlo entro il 15 ottobre.