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In Italia non si potranno più tritare né soffocare i pulcini maschi: stop al massacro dal 2027

In Italia sarà vietato uccidere pulcini a partire dal 2027. In particolar modo, non sarà più possibile l’abbattimento selettivo dei pulcini di linea maschile delle galline della specie ‘Gallus gallus domesticus‘ in allevamento”.
Lo prevede un emendamento della commissione alla Legge di delegazione europea approvato dall’Aula della Camera. L’emendamento è riferito al recepimento in Italia di una direttiva europea. In base ad esso l’Italia dovrà “favorire strumenti per il sessaggio degli embrioni ‘in ovo’ per identificare il sesso del pulcino prima della schiusa, così da eliminare le uova che contengano pulcini maschi”.

Vietato uccidere pulcini in Italia: novità dal 2027

La campagna di sensibilizzazione e di lobbying portata avanti da Animal Equality arriva a un punto di svolta storico con l’approvazione alla Camera dell’emendamento che introduce, entro la fine del 2026, il divieto di abbattimento selettivo dei pulcini maschi, considerati un vero e proprio scarto di produzione all’interno dell’industria delle uova”, afferma l’associazione animalista rilevando che questo divieto arriva sulla scia di quanto annunciato da altri paesi europei come Francia e Germania. Animal Equality in una nota aggiunge che “non può che celebrare questo passo storico e fondamentale in Italia per la tutela degli animali allevati a scopo alimentare”.

Ora, prosegue, “manca solo la conferma definitiva al Senato, prevista per l’inizio del 2022″. Nell’industria delle uova, ricorda l’associazione, “i pulcini maschi sono considerati inutili per la produzione, in quanto non sono in grado di deporre le uova, né possono essere impiegati per la carne, in quanto specie diverse dai più comuni polli broiler utilizzati dall’industria alimentare. Per questo motivo ogni anno, in Italia, vengono uccisi tra i 25 e i 40 milioni di pulcini maschi“.

Secondo Animal equality “oggi la Camera dei deputati ha compiuto una scelta di responsabilità e rispetto nei confronti di animali, esseri senzienti, che non possono più essere solo considerati scarti industriali“, sostenendo “la nostra proposta che segue le linee dettate anche dell’Unione europea in materia di benessere animale. È tempo di favorire l’introduzione delle tecnologie in-ovo sexing anche in Italia, come già stanno facendo i produttori, e le istituzioni devono impegnarsi in questo percorso fondamentale per il progresso del nostro Paese e degli animali”, ha commentato Alice Trombetta, direttrice esecutiva di Animal Equality Italia. La prima macchina per il sessaggio in-ovo “è stata implementata in Italia grazie al nostro lavoro con Coop e Assoavi, che per prime si sono impegnate a introdurre le tecnologie in-ovo sexing. Già solo questa prima macchina potrà risparmiare 5 milioni di pulcini ogni anno a partire dal 2022″ conclude Trombetta.

La situazione in Europa

L’Italia sarà il terzo Paese, dopo Germania e Francia, “a vietare la crudele triturazione di quasi 40 milioni di pulcini maschi l’anno, uccisi dall’industria della produzione di uova perché ‘non produttivi‘” commenta la Lega Antivivisezione (Lav) dopo che “la Camera dei Deputati ha approvato “a stragrande maggioranza, con il parere favorevole del Governo, con 359 favorevoli, 1 solo contrario, 32 astenuti, un emendamento proposto dalla relatrice Francesca Galizia (M5s) fatto proprio dalla Commissione politiche europee di Montecitorio, alla Legge di delegazione europea 2021. Il divieto dovrà entrare in vigore entro cinque anni”.

Per la responsabile Lav Area animali negli allevamenti, Lorenza Bianchi, “è un grande risultato che porrà fine a una delle pratiche più efferate dell’industria zootecnica. Certamente avremmo voluto un’immediata attuazione del divieto, visto che la tecnologia per il sessaggio degli embrioni è già disponibile – osserva Bianchi – ma si tratta in ogni caso di un importante passo avanti che, speriamo, farà riflettere anche i consumatori sulle scelte alimentari che già da oggi possono indirizzare verso alimenti vegetali che non comportano alcuna sofferenza per gli animali”.

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