Villaggio preistorico di Nola: la storia e i ritrovamenti
Tale scoperta, che ha permesso di trovare impronte di cerali, resti vegetali e floreali, oltre a manufatti e utensili domestici, ha anche determinato una profonda conoscenza di un periodo storico passato dalla costruzione degli insediamenti, all’orditura dei tetti e gli spazi abitativi.
Gli scheletri ritrovati
Nel 2002 è stato persino ritrovato anche lo scheletro di un cane, insieme con altri piccoli scheletri di un topo e di una lucertola, oltre a quattro scheletri di capre gravide. Molti dei resti trovati, sono tutt’oggi visitabili nel museo archeologico locale. Immediatamente vengono portate alla luce quattro isole abitative e nel 2005 il sito di Croce del Papa apre al pubblico, seppure scoperto solo in parte.
Il villaggio preistorico: il sito archeologico sommerso
Dopo quattro anni dal 2005, la situazione diventa ingestibile, nonostante l’intervento delle pompe idrovore l’acqua aumenta e, aiutata dal fango, copre sempre più i resti della Pompei dell’Età del Bronzo.
La decisione di interrarlo
Secondo la Soprintendenza archeologica costruire un impianto idraulico che svuotasse l’acqua, sarebbe risultato troppo dispendioso. Infatti si stima che sarebbe venuto a costare intorno ai 300mila euro l’anno, senza contare le spese di personale e gestione. Nel 2014, si decide di interrare nuovamente il villaggio preistorico con quattro metri di terra, spendendo 650.000 euro.
Villaggio preistorico: le capanne riprodotte in scala
Per potere comunque godere dell bellezza del sito archeologico, la stessa Soprintendenza ha maturato l’idea di costruire, una copia in scala 1:1 ossia a grandezza naturale, delle capanne rispettando la stessa posizione delle originali. Nel progetto della ricostruzione del sito archeologico finanziato sono previsti anche spazi verdi, strutture di tipo didattico, scientifico e divulgative che daranno vita a un museo all’aperto.