Viola le prescrizioni dei giudici dopo aver ottenuto l’autorizzazione a svolgere delle visite mediche a Napoli: disposto il carcere per un 30enne di Pagani, Aniello D’Auria, condannato l’estate scorsa, in primo grado, a 5 anni nell’ambito del processo sul clan Fezza-De Vivo.
Viola le prescrizioni dei giudici: disposto il carcere per un 30enne di Pagani
Aniello D’Auria era ai domiciliari, ma aveva ottenuto l’autorizzazione a svolgere delle visite mediche a Napoli. Il 30enne di Pagani, condannato l’estate scorsa a 5 anni nell’ambito del processo sul clan Fezza-De Vivo, è stato però trovato in auto a via Toledo, in compagnia oltre che della compagna anche di un pregiudicato
Nello stesso giorno, secondo indagini dei carabinieri del nucleo operativo di Nocera, il ragazzo si era trattenuto a Napoli e in zone della città lontane dal luogo dove era ubicato lo studio medico. La stessa via Toledo, inoltre, non risultava in alcun modo un luogo individuato quale possibile percorso per il rientro a Pagani (come indicavano nelle prescrizioni del tribunale).
A pesare sulla decisione dei giudici, tuttavia, è stata la presenza di un’altra persona, estranea al nucleo familiare e gravata da precedenti in materia di stupefacenti e per reati contro il patrimonio. L’uomo ha residenza a Nocera Inferiore e, per il tribunale, l’incontro tra i due non sarebbe stato casuale.
Il trasferimento in carcere
Circa una settimana prima, invece, il 30enne di Pagani aveva fatto rientro a casa in un orario non del tutto corrispondente a quello autorizzato. In entrambe le occasioni, non aveva fornito spiegazioni alla polizia giudiziaria. Da qui, visto il «comportamento ripetutamente inottemperante e sintomatico di un forte dispregio dell’autorità giudiziaria», il collegio ha disposto l’aggravamento della misura. D’Auria è finito in carcere.