In questi giorni è stata presentata alla Camera la proposta di legge 1838 per l’attivazione di corsi di difesa personale e arti marziali per prevenire la violenza contro le donne, presentata dalla deputata Matilde Siracusano (FI).
Violenza sulle donne: la modifica proposta al testo di legge
Il testo che porta una “modifica all’articolo 5 del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, concernente la prevenzione della violenza contro le donne mediante la promozione di corsi di difesa personale” prevede l’attivazione di corsi di difesa personale e di arti marziali contro aggressioni, scippi, stupri, stalking e ogni forma di violenza sulle donne, a cominciare da quella domestica.
“Non serve soltanto introdurre nuovi reati, aggravanti, pene, ma – spiega la firmataria nella relazione di presentazione della pdl – occorre arrivare in tempo, prevenendo i reati di questa tipologia” afferma la deputata di Forza Italia.
Violenza donne: i dati del Censis
I dati raccolti dal Censis registrano che tra il 1 agosto 2017 e il 31 luglio 2018 in Italia si sono verificati 120 feminicidi, tra cui 92 di questi avvenuti in ambito familiare o affettivo per mano del partner, dell’ex partner o di un altro familiare. Inoltre da 2009 al 2019 sono stati denunciati 48 mila 377 i reati di violenza sessuale, il 90% dei casi la vittima era una donna. Il dato significativo è che la violenza non avviene solo nelle strade bensì tra le mura domestiche, un luogo un luogo che dovrebbe essere sicuro, ed è per questo motivo che ancora più difficile combattere questo tipo di fenomeno e la proposta della Siracusano punta a rispondere a questa esigenza con la promozione di corsi di autodifesa con la collaborazione di associazioni contro la violenza sulle donne.
L’azione in contrasto operata fino ad oggi
L’azione di contrasto alla violenza sulle donne, fino ad oggi, ha avuto una risposta penale di tipo punitiva e repressiva, dimenticando importanza della prevenzione, del contrasto alla recidiva e della protezione della vittima. Secondo la deputata con questo tipo di approccio penale nella formazione delle norme “la vittima è stata per decenni considerata quasi come una comparsa. Molta strada è stata compiuta, ma tanta dobbiamo ancora compierne, perché venga sradicato un fenomeno che, purtroppo, come ci indicano le stesse statistiche, appare tutt’altro che in flessione”.