La seconda vita in carcere di alcuni dei condannati per omicidio più famosi: da Massimo Bossetti ad Alberto Stasi, da Michele Buoninconti a Rosa Bazzi.
Da Massimo Bossetti ad Alberto Stasi: la vita in carcere di alcuni dei condannati per omicidio più famosi
La giustizia italiana prevede per i detenuti un percorso di reinserimento e rieducazione, portato avanti anche attraverso il lavoro. Ecco cosa fanno, oggi, alcuni dei protagonisti della cronaca nera.
Olindo e Rosa
Cosima e Sabrina Misseri, condannate per l’omicidio di Sarah Scazzi nel 2010, lavorano come sarte. Olindo Romano e Rosa Bazzi, responsabili della strage di Erba, sono, rispettivamente, addetto alla cucina e inserviente.
Garlasco
Alberto Stasi, responsabile dell’omicidio di Chiara Poggi, nel 2007, presta servizio presso il call center di una nota compagnia telefonica nel carcere di Milano Bollate.
Bossetti
Massimo Bossetti, detenuto nel carcere di Bollate, condannato per per l’omicidio di Yara Gambirasio, è stato inserito in un progetto che di occupa di rigenerazione di macchine da bar per caffè espresso.
Non solo lavoro
L’ex caporalmaggiore Salvatore Parolisi, condannato per l’omicidio della moglie Melania Rea, frequenta a Bollate uno stage di formazione per essere inserito nello stesso call center nel quale lavora Stasi.
Buoninconti
Veronica Panariello, condannata per l’omicidio del figlio Lorys, frequenta nel carcere di Torino un corso per operatore sociale. Michele Buoninconti, condannato per l’omicidio della moglie Elena Ceste, fa il tutor universitario nel carcere di Alghero ed è anche figura di sostegno per altri detenuti-studenti