Cronaca

Vittima di Revenge Porn, entra nella chat e denuncia

Chiara (nome di fantasia), vittima di revenge porn, si è finta un uomo per entrare in una chat di Telegram. La 21enne ha smascherato e denunciato gli amministratori di due canali Telegram, usati per scambiare foto di ragazze, spesso minorenni.

Vittima di Revenge Porn, entra nella chat e denuncia

I canali Telegram, creati da due studenti liceali per lo scambio di foto hot, sono “Perugia nuda” e “Perugia scambio chat”. Tra le foto ci sono anche le immagini di Chiara (all’epoca 15enne). La giovane ha scoperto che alcune foto private che la ritraevano a soli 14 anni, circolavano in una chat su Telegram già da cinque anni. Così, si è finta un uomo e ha smascherato gli amministratori di quei canali, dove una quarantina di ragazzi si scambiavano foto di adolescenti. Una volta ottenute le prove di cui aveva bisogno ha presentato denuncia alla polizia.

Chiara aveva subito in prima persona un episodio di revenge porn che le aveva segnato la vita da quando, nel 2016, il fidanzatino di allora iniziò a far girare sul web una foto seminuda che la ragazza aveva scattato per lui.

La scoperta delle foto

Nel 2020, un’amica informa Chiara che la sua foto circola in alcune chat appositamente create per raccogliere immagini di ragazze tra gli ambienti frequentati dai liceali. Ad aiutare gli amministratori c’erano ex fidanzatiamici e anche amiche, che contribuivano al continuo scambio di foto e notizie sulle ragazze.

“Questa ce l’hai?”“Questa vale poco”. Si cercavano “le più ambite, le più carine. Perugia è piccola…” racconta Chiara. Che, ad un certo punto, ha deciso di fare qualcosa: presentandosi come un ragazzo riesce ad infiltrarsi nelle chat, e, con l’aiuto dell’avvocato Francesco Gatti e il supporto della propria famiglia decide di denunciare. I liceali, oggi studenti universitari, dovranno ora rispondere di revenge porn e pedopornografia.

La denuncia

I due coetanei di Chiara che sono finiti davanti al gup hanno oggi 21 e 22 anni, uno modello, l’altro studente universitario. Amministravano due canali su Telegram, dove gli utenti si scambiavano foto rubate o ricevute dalle fidanzate, ma non di certo per essere diffuse. Nell’udienza preliminare hanno chiesto al giudice Angela Avila la messa in prova ai servizi sociali, previa riqualificazione del danno e risarcimento. A riguardo, Chiara ha commentato:

“Non ci opponiamo, non ci interessa la condanna, ma un percorso di pentimento. Sono fiduciosa che si possano rendere conto della situazione devastante che hanno creato”.

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