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Vita e carriera del giurista italiano Vittorio Bachelet, vittima delle Brigate Rosse

Bachelet è stato un giurista, politico italiano, docente universitario, dirigente dell'Azione Cattolica ed esponente democristiano

Vittorio Bachelet è stato un giurista, politico italiano, docente universitario, dirigente dell’Azione Cattolica ed esponente democristiano. Il 12 febbraio del 1980, in un agguato alla Sapienza di Roma, Bachelet veniva assassinato dalle Brigate Rosse.

Vittorio Bachelet, vita e carriera del magistrato

Vittorio Bachelet nasce il 20 febbraio del 1926 a Roma, ma la sua numerosa famiglia (9 fratelli dei quali 3 morti in età infantile) ha origini piemontesi. Proveniente da una famiglia di ferventi cristiani viene iscritto, fin da piccolo, nel circolo parrocchiale di Sant’Antonio di Savena.

Mentre frequentava le scuole superiori partecipò alla congregazione eucaristica guidata dal cardinale Massimo Massimi. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di giurisprudenza all’Università La Sapienza.

Da studente continua a coltivare il suo legame con la FUCI, e si impegna anche nell’attività di redattore e condirettore della rivista universitaria Ricerca. Si laurea nel 1947 e diventa assistente volontario della cattedra di diritto amministrativo.

Oltre al diritto, comincia a manifestare una profonda passione per la politica: lavora, infatti, alla rivista di studi politici Civitas, di cui diventerà poi vicedirettore responsabile. La sua carriera diventa sempre più solida grazie ai diversi incarichi presso il Cir, Comitato Italiano per la Ricostruzione, e la Cassa del Mezzogiorno.

Nel 1951 sposa Maria Teresa De Januario dalla quale avrà due figli, Maria Grazia e Giovanni mentre nel ’57 diventa libero docente di diritto amministrativo e istituzioni pubbliche.

Nel 1959 papa Giovanni XXIII lo nomina vicepresidente dell’Azione Cattolica Italiana per rinnovare l’intera associazione, mentre nel 1964 ne diviene il presidente.

Dopo tale nomina (rieletto per ben tre volte) concludendo il suo ultimo mandato nel 1973. Ma il suo attivismo cattolico non si conclude e sempre nel 1973 viene nominato vicepresidente della commissione pontificia per la famiglia. Battendosi per favorire una maggiore partecipazione dei laici alle attività cattoliche, e a difendere temi come quello dell’unità familiare.

Anche la sua carriera universitaria diventa sempre più solida: insegna diritto all’Università di Pavia e Trieste e nel 1974 diventa docente ordinario di diritto pubblico dell’economia presso La Sapienza di Roma.

Nel 1976 entra a far parte della Democrazia Cristiana, viene eletto consigliere comunale della sua città e nominato, tramite designazione politica, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. I suoi scritti rivelano una vocazione laica ad agire cristianamente nel mondo.

Le sue opere

Di stampo economico e aziendale è il libro pubblicato nel 1957: L’attività di coordinamento nell’amministrazione pubblica dell’economia.

Nel 1962 viene pubblicato Disciplina militare e ordinamento giuridico statale, contribuendo al rinnovamento dell’ordinamento militare italiano. Il suo interesse nel settore amministrativo e politico si allarga fino a comprendere l’istituzione militare.

Altri scritti: Rinnovare l’Azione Cattolica per attuare il Concilio (1966), La giustizia amministrativa nella Costituzione italiana (1966), L’attività tecnica della Pubblica Amministrazione (1967) e Il nuovo cammino dell’Azione Cattolica (1973).

La morte

Il giorno 12 febbraio del 1980 Vittorio Bachelet mentre stava chiacchierando, all’interno di un’aula universitaria con una delle sue assistenti, la giovane Rosy Bindi, viene colpito da otto colpi di arma da fuoco dalle Brigate Rosse.

Dopo l’istituzione del processo torinese contro i brigatisti Curcio e Franceschini e dopo l’omicidio Moro, il clima di terrore si intensifica notevolmente: Vittorio Bachelet viene colpito proprio per il suo ruolo all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura.

 

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