Almanacco

Voltaire, uno dei personaggi di spicco dell’illuminismo francese

Il nome di Voltaire è legato al movimento culturale dell’illuminismo, di cui fu uno degli animatori e degli esponenti principali insieme a Montesquieu, Locke, Rousseau, Diderot, d’Alembert, d’Holbach e du Châtelet, tutti gravitanti attorno all’ambiente dell’Encyclopédie.
La vasta produzione letteraria di Voltaire si caratterizza per l’ironia, la chiarezza dello stile, la vivacità dei toni e la polemica contro le ingiustizie e le superstizioni. Deista, cioè seguace della religione naturale che vede la divinità come estranea al mondo e alla storia, ma scettico, fortemente anticlericale e laico, Voltaire è considerato uno dei principali ispiratori del pensiero razionalista e non religioso moderno.

Voltaire, personaggio di spicco nella cultura dei “lumi”

Nacque a Parigi il 21 novembre del 1694 e studiò presso i Gesuiti, soprattutto dedicandosi alla conoscenza dei classici. Morto il padre che era notaio, Voltaire intraprese gli studi giuridici per seguirne la professione, ma lo attirarono di più la vita mondana e la poesia.

Esilio e prigionia

Nel 1717 fu imprigionato per un anno alla Bastiglia per aver scritto versi di audace satira politica, ma una volta uscito riprese una vita elegante e piuttosto dissoluta. Nel 1726, per avere osato sfidare un nobile cavaliere, lui un semplice borghese, fu di nuovo arrestato: o la Bastiglia o l’esilio. Preferì andare come esiliato in Inghilterra, dove rimase fino al 1729.

Questo soggiorno inglese marcò profondamente il suo pensiero: egli frequentò personalità della politica e della cultura e rimase ammirato per il regime costituzionale e liberale del paese che lo ospitava. Quando tornò a Parigi svolse un’intensa attività letteraria, pubblicando opere che lo resero sempre sospetto e poco gradito alle autorità.


Émilie du Châtelet
Émilie du Châtelet, che per molti anni fu la compagna di Voltaire

Svizzera, ritiro e morte

Per questo egli si allontanò dalla capitale e dopo aver soggiornato in Svizzera, in Lorena, a Berlino presso l’imperatore Federico II di Prussia, si ritirò a vivere in una cittadina della provincia francese, Ferney, vicino al confine svizzero. Ricco per le sue fortunate speculazioni finanziarie, molto conosciuto per le numerose opere di carattere letterario, storico e filosofico. Voltaire ebbe contatti con i personaggi più famosi d’Europa e accolse nel suo castello uomini di cultura che in lui riconoscevano il patriarca dell’Illuminismo. Solo nel 1778, l’anno stesso della sua morte (che avvenne il 30 maggio) le autorità lo autorizzarono a tornare a Parigi, dove fu accolto con grande entusiasmo.


Tafelrunde
Voltaire con il re Federico II a Château de Sans-Souci, vicino a Potsdam, in un dipinto di Adolph von Menzel

Idee e tematiche

Voltaire, personaggio di spicco nella cultura dei “lumi” si serve di tutta la sua opera, nei suoi molteplici aspetti, per esprimere idee chiare e precise che tuttavia non costituiscono un sistema filosofico organico. Egli è convinto che la conoscenza debba nascere esclusivamente dall’esperienza e condannò ogni teoria metafisica, così come combatte la religione, secondo lui espressione di fanatismo; tuttavia protesta contro l’intolleranza religiosa che aveva caratterizzato tanti secoli di storia d’Europa, e che, insieme all’assolutismo politico, è contraria alla ragione e alla libertà dell’uomo.

L’opera di Voltaire è quindi intesa ad affermare il diritto di tutti gli uomini ad essere liberi e uguali ed esprime la grande fiducia borghese nell’umanità e nel progresso; per questo può essere considerata fondamento della cultura moderna.


Voltaire


Controversie

Verso la fine del 1720, Voltaire non era ancora una figura di spicco sociale e non era nemmeno un uomo ricco. Nel 1726 ebbe una disputa pubblica con il nobile Guy-Auguste de Rohan-Chabot, cavaliere di Rohan, che lo sfidò a duello fino alla morte. Per evitare lo scontro, Voltaire fu rinchiuso. Dopo cinque mesi, fu rilasciato e bandito in Gran Bretagna, dove visse per quasi tre anni. Quando tornò a Parigi, le finanze di Voltaire erano davvero scarse. È vero che durante il suo esilio non smise di pubblicare ma, come tutti sanno, quello di uno scrittore, nella maggior parte dei casi, non è mai stato un commercio molto redditizio.

Ma tutto cambiò durante una cena dove incontrò la persona che gli avrebbe permesso di condurre per sempre la vita dello scrittore: il matematico Charles Marie De la Condamine. Il governo di Parigi aveva la necessità di raccogliere fondi e sistemare la sua economia traballante. Per spingere i cittadini a comprare le obbligazioni emesse dal governo, in altre parole, per fare in modo che i cittadini finanziassero le spese del Paese (come sappiamo questo non è cambiato dopo l’illuminismo), fu lanciata una lotteria.


Voltaire


Il caso della lotteria

Il ministro delle finanze Michel Robert Le Pelletier-Desforts che aveva avuto l’idea della lotteria aveva annunciato che solo i proprietari delle obbligazioni potevano acquistarne i biglietti con un costo calcolato in base al valore di queste. Voltaire con l’amico matematico scoprirono un piccolo difetto nella progettazione della lotteria e pensarono a come sfruttarlo. De la Condamine aveva, infatti immediatamente realizzato l’enorme errore commesso dal Ministro delle Finanze. Ogni proprietario di un buono aveva il diritto di acquistare il suo biglietto della lotteria, ma il prezzo variava: ogni biglietto costava 1 / 1.000 del valore del buono.

Un biglietto della lotteria per un buono di mille valeva 1, ma costava 10 se si aveva un buono di 10mila. Però tutti i biglietti della lotteria avevano le stesse possibilità di vincere… L’idea era semplice: acquistare tutte le obbligazioni più a buon mercato ed aumentare così le possibilità di vincere spendendo molto poco. Si deve considerare che c’era anche la possibilità di vincere un premio fisso aggiuntivo notevole.


De-la-Condamine
Charles Marie De la Condamine l’uomo che sfruttò l’errore della lotteria insieme a Voltaire.

Voltaire collaborò con De la Condamine e altri investitori esperti e iniziò a comprare buoni a basso costo e quindi biglietti della lotteria. Ma poi sorse un problema: per comprare i biglietti della lotteria bisognava andare da un notaio e a Parigi non ce n’erano tanti… Se si fossero resi conto che le persone che acquistavano la lotteria erano sempre le stesse avrebbero fatto scattare l’allarme. Anche la soluzione non fu complessa: Voltaire raggiunse un accordo con uno dei notai che emetteva i biglietti: ora niente li separava dal diventare ricchi.

Il piano funzionò immediatamente: l’ottavo giorno di ogni mese, quando era stato effettuato il sorteggio, alcuni biglietti del gruppo uscivano vincenti con grande assiduità: Il denaro iniziò a entrare nelle tasche di questa particolare associazione di cittadini. All’epoca era consuetudine scrivere dietro ai biglietti della lotteria delle frasi che presumibilmente dovevano portare fortuna, ma Voltaire non seppe trattenere la sua consueta ironia scrivendo spesso frasi come “Lunga vita a M. Pelletier-Desforts“.

Quando le autorità si accorsero che le frasi dietro ai biglietti vincenti erano sempre le stesse, non ci impiegarono molto a scoprire la trama. Lo stesso ministro Pelletier-Desforts, pare, chiese che Voltaire e i suoi colleghi fossero portati davanti alla giustizia, ma, sfortunatamente per lui, il giudice sentenziò che non stavano facendo nulla di illegale.


Voltaire