Cronaca, Politica

Mafia e politica, blitz a Palermo: arrestati candidato Forza Italia e un boss fedelissimo di Riina

Arresti per voto di scambio a Palermo dove gli investigatori hanno perquisito l’abitazione e gli uffici del costruttore Agostino Sansone, arrestato insieme al suo collaboratore Manlio Porretto, e a Pietro Polizzi, candidato di Forza Italia al Consiglio Comunale di Palermo, impiegato di Riscossione Sicilia.

Voto di scambio, arresti a Palermo: in manette candidato di FI

Sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso. L’inchiesta è coordinata dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Scaletta e Antoci. La perquisizione ha riguardato alcuni immobili che si trovano nel complesso residenziale di Via Bernini, lo stesso in cui i Sansone, storici alleati dei boss corleonesi, ospitarono Totò Riina prima dell’arresto.
Il covo dal quale, il 15 gennaio del 1993, il padrino uscì prima di finire in manette è stato al centro di misteri e di un lungo processo agli ex carabinieri del Ros che catturarono Riina. I militari, imputati di favoreggiamento, furono però poi assolti.

Le indagini

La sorveglianza della villa da parte del Ros, inspiegabilmente, dopo pochi giorni dall’arresto di Riina venne interrotta e l’edificio fu ripulito dagli uomini di Cosa nostra che, come raccontano i pentiti, avrebbero perfino imbiancato le pareti facendo sparire ogni traccia della presenza del boss e della sua famiglia.
Agostino Sansone è fratello di Gaetano e Giuseppe. Noti costruttori con la passione per la politica, erano gli imprenditori di riferimento di Riina nel campo dell’edilizia.

Proprietari di un patrimonio enorme, solo in parte confiscato, negli anni sono stati arrestati per mafia. Agostino ha scontato una condanna per associazione mafiosa.

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