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Il 3 luglio del 1955 nasce Walter Veltroni, politico e regista italiano noto come uno dei membri di spicco del Partito Democratico

Walter Veltroni è un politico, giornalista, scrittore e regista italiano. Eletto sindaco di Roma una prima volta nel 2001 è stato poi riconfermato nel 2006 con il 61,8% dei voti, dimettendosi da tale carica il 13 febbraio 2008 per candidarsi alle elezioni politiche dell’aprile successivo.
Dopo aver trascorso parte della sua carriera politica nella Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI) e poi nel Partito Comunista Italiano (PCI), il 14 ottobre 2007 diviene il primo segretario politico nazionale del nascente Partito Democratico, incarico da cui si è dimesso il 17 febbraio 2009. Oltre alla vita politica, Veltroni ha scoperto negli anni una passione per la settima arte. Nel 2015 decide di girare un documentario intitolato I bambini sanno.

Walter Veltroni, ex segretario del Partito Democratico

Walter Veltroni nasce a Roma il 3 luglio del 1955. Figlio di Vittorio Veltroni, radiocronista EIAR e poi dirigente della RAI, che morì quando lui aveva un anno. Sua madre, Ivanka Kotnik, era figlia dello sloveno Ciril Kotnik, ambasciatore del Regno di Jugoslavia presso la Santa Sede, che dopo l’armistizio del 1943 aiutò numerosi ebrei romani a scappare dalla persecuzione nazifascista.



Si avvicinò al mondo del cinema, e successivamente maturò le prime esperienze politiche. Bocciato in quarta ginnasio al Liceo Tasso, Veltroni ha conseguito nel 1973 il diploma di istruzione secondaria superiore rilasciato dall’Istituto Cine-Tv Rossellini.

Prime esperienze politiche

Ha cominciato a dedicarsi all’attività politica come segretario della cellula della FGCI, l’organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano, ai tempi della scuola e nel 1976, a ventuno anni, fu eletto consigliere comunale di Roma nelle liste del PCI, mantenendo questa carica fino al 1981.



Nel 1987 fu eletto per la prima volta deputato nazionale. Un anno dopo entrò nel comitato centrale del PCI, e in questa veste si dichiarò favorevole alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto e alla nascita del Partito Democratico della Sinistra.

Direttore de L’Unità

Nel 1992, nonostante all’epoca fosse soltanto giornalista pubblicista, fu nominato direttore de l’Unità, dove svolse la pratica che gli consentì di accedere agli esami da giornalista professionista, superati il 12 luglio 1995.



Nel suo periodo da direttore, l’Unità subì un rilancio caratterizzato da novità quali la pubblicazione in allegato di libri e videocassette, per la prima volta con continuità tra i quotidiani italiani, e la divisione del giornale in due dorsi, con “l’Unità due” che si occupava approfonditamente di cultura e società. Negli anni della sua direzione l’Unità riscosse un incremento di vendite passando dalle 117.000 copie del 1992 alle 151.000 del 1995.

Walter Veltroni nel 1996

Nel 1996 Romano Prodi lo chiamò a condividere la leadership dell’Ulivo e, dopo la vittoria della coalizione di centro-sinistra, divenne vicepresidente del Consiglio e Ministro per i beni culturali e ambientali con l’incarico per lo spettacolo e lo sport. Si impegnò per i restauri e le riaperture di importanti monumenti nazionali come la Galleria Borghese, Palazzo Altemps e Palazzo Massimo a Roma e la reggia di Venaria in Piemonte. Varò il meccanismo di assegnazione delle risorse provenienti dalle estrazioni del Lotto per finanziare il restauro dei beni culturali; lanciò l’apertura serale dei musei.



Nel 1998, dopo la caduta del governo Prodi, tornò a concentrarsi sul partito che, in seguito alla confluenza nel partito di formazioni di varia ispirazione, laiche e cattoliche (Sinistra repubblicana, Cristiano Sociali, Comunisti unitari, Laburisti) si era trasformato in Democratici di Sinistra (DS). Sotto la sua guida, i DS arrivano al minimo storico, con il 16,6% dei voti alle Elezioni Politiche del 2001 (5 anni prima il PDS da solo era al 21%). Si dimette dalla segreteria (anche a causa dell’elezione a Sindaco di Roma) e nell’autunno del 2001 viene sostituito da Piero Fassino.

Elezione a Sindaco

I risultati ottenuti nella valorizzazione e nel recupero dei beni culturali gli sono stati riconosciuti in Francia, dove fu insignito, nel maggio 2000, della Legion d’Onore. Nel 2001 venne scelto dal centro-sinistra come candidato a sindaco di Roma: Veltroni fu eletto al ballottaggio con il 52% dei voti, battendo il candidato della Casa delle Libertà Antonio Tajani. Il 29 maggio 2006 fu riconfermato sindaco della capitale con il 61,45% dei voti, risultato grazie al quale batté il candidato della Casa delle Libertà Gianni Alemanno.



Amministrazione della città

Nel 2005 si recò negli Stati Uniti per incontrare il senatore democratico dell’Illinois Barack Obama, di cui è stato uno dei primi sostenitori fuori dagli Stati Uniti e per il quale ha scritto la prefazione all’edizione italiana del libro autobiografico L’audacia della speranza nel 2007. Nel 2008 il Los Angeles Times scrisse che Veltroni si presentava, in vista delle elezioni, come l’“Obama italiano” e come tale era visto da commentatori quali Lucia Annunziata.



Il sindaco di Roma nel 2007

Pur essendo non credente «credo di non credere», da sindaco di Roma diede la cittadinanza onoraria a papa Giovanni Paolo II e propose di intitolargli, subito dopo la sua morte, la stazione Termini. La proposta non venne raccolta né dalla Chiesa cattolica né da altri.



Durante i sette anni da sindaco di Roma, le sue Giunte approvarono il Piano regolatore che Roma attendeva da più di quarant’anni, realizzarono il nuovo Auditorium, il primo Piano regolatore sociale che una grande città avesse mai avuto.

Tra i dati forniti dall’amministrazione capitolina al termine del suo mandato ci sono i posti negli asili nido praticamente raddoppiati e il boom del turismo, con un numero di visitatori superiore a quello raggiunto nel Giubileo. Grande fu l’impegno per la cultura, con la “Notte Bianca”, i grandi concerti gratuiti, le iniziative di solidarietà in Africa e i viaggi della memoria ad Auschwitz. Veltroni recentemente ne ha tratto un bilancio: «Nel complesso a Roma si respirava, in quegli anni, un “clima” di apertura e di tolleranza, di solidarietà e di accoglienza, che nessuno che sia in buona fede può non ricordare».

Alcuni suoi provvedimenti e dichiarazioni in qualità di sindaco suscitarono perplessità e polemiche, tra gli altri: l’aver promosso la costruzione di un parcheggio multipiano interrato al Pincio, da molti giudicato incompatibile coi beni artistici di Roma; la funivia della Magliana e le previsioni relative alla conclusione dei lavori delle Metro B1, Metro C e Metro D che dovettero essere riviste dalla nuova amministrazione. Nel campo dell’edilizia urbana, la giunta Veltroni confermò e parzialmente attuò le cubature dal nuovo PRG della giunta precedente, previsti in 70 milioni di metri cubi di nuovo cemento.

Elezioni a Segretario del PD

Dal 23 maggio 2007 entra a far parte del Comitato nazionale per il Partito Democratico che riunisce 45 membri, i leader delle componenti del PD. A seguito di una serie di confronti tra le anime del nascente PD, viene individuato in Walter Veltroni il candidato designato alla guida del nuovo partito, sostenuto dalla larga parte della Quercia e da ampi settori della Margherita, affiancato, in ticket, da Dario Franceschini, presidente dei deputati dell’Ulivo. Il 20 giugno 2007, Piero Fassino e Massimo D’Alema si dichiarano favorevoli a candidare Veltroni come segretario del PD.



Veltroni presenta la sua candidatura alle primarie del Partito Democratico il 27 giugno in un discorso al “Lingotto” di Torino, sottolineando i quattro temi chiave del nuovo partito: ambiente, patto generazionale, formazione, sicurezza. Gli altri concorrenti alla Segreteria sono Rosy Bindi, Enrico Letta, Mario Adinolfi, Pier Giorgio Gawronski e Jacopo G. Schettini.

La nascita del Partito Democratico è avvenuta ufficialmente il 14 ottobre 2007 con le primarie del Partito Democratico, alle quali parteciparono oltre tre milioni di cittadini. Veltroni fu eletto segretario con il 75% dei consensi: la sua nomina fu ratificata dai membri dell’Assemblea Costituente Nazionale il 27 ottobre seguente.

Elezioni Politiche 2008

Prima della caduta del secondo governo Prodi, Veltroni aveva annunciato che il Partito Democratico avrebbe corso da solo alle elezioni politiche, fissate per il 13 e 14 aprile 2008. Per poter presentare la propria candidatura alle elezioni, in base alla legislazione vigente, Veltroni rassegnò le dimissioni da sindaco il 13 febbraio trasmettendo le proprie funzioni al Commissario prefettizio Mario Morcone nell’attesa delle nuove elezioni comunali. Alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008 il partito guidato da Veltroni ottenne circa il 33% dei consensi, mentre la coalizione opposta (escludendo la Lega Nord che si attestò quasi all’8,5% su scala nazionale) lo superò di circa 5 punti.



Su sua specifica iniziativa diventa Presidente del Consiglio dei Ministri nel Governo ombra del Partito Democratico, ruolo che ricopre dal 9 maggio 2008 al 21 febbraio 2009 quando si dimette da segretario del PD. Il Governoombra, composto per di più dai responsabili nazionali del PD della segreteria Veltroni non ha alcun valore giuridico ma nasce come iniziativa politica di alternativa alle proposte presentate dal Governo Berlusconi IV.

All’indomani della vittoria del centrodestra anche nelle elezioni amministrative di Roma, il neo-eletto sindaco Gianni Alemanno dichiarò che a Roma era venuto a cadere il sistema di potere instaurato da Veltroni.

Nel giugno del 2008 il governo nazionale e lo stesso Alemanno insieme resero nota l’esistenza di un grave indebitamento del Comune di Roma, ammontante a circa 8,1 miliardi di euro, che sarebbe stato ereditato dall’amministrazione veltroniana.

Veltroni respinse ogni accusa, dichiarando che il presunto buco di Roma sarebbe una bufala politica dato che il debito pubblico della città era cresciuto negli ultimi anni meno che nello Stato o in altre grandi città ed era comunque imputabile a mancati trasferimenti dalla Regione: «È inferiore, per fare un esempio, a quello di Milano», affermò il leader del PD. La cifra citata da Alemanno fu poi ridotta dall’agenzia di rating Standard & Poor’s del 20% circa, a 6,9 miliardi di euro.

Le dimissioni dalla segreteria

Il 17 febbraio 2009, a seguito della pesante sconfitta del PD nelle elezioni regionali in Sardegna, si dimise dall’incarico di segretario del PD, confermando l’irrevocabilità delle proprie dimissioni in un discorso del giorno successivo.



Sviluppi recenti

Nel febbraio 2010 tiene a battesimo la fondazione “Democratica”, di cui diventa il primo presidente. Alle attività di questa fondazione, che Veltroni ribadì non essere una corrente del Partito Democratico, parteciparono alcuni politici vicini all’ex sindaco di Roma: Enrico Morando, Salvatore Vassallo, Marco Minniti, Giorgio Tonini, Walter Verini, Andrea Martella e Roberto Morassut.



Il 14 ottobre 2012, durante un’intervista al programma televisivo Che tempo che fa, condotto da Fabio Fazio annunciò che non si sarebbe candidato alle elezioni politiche italiane del 2013. In seguito alla riapertura del quotidiano l’Unità, da lui diretto in passato, nel giugno 2015, Veltroni torna a collaborarvi, firmando l’articolo dell’edizione domenicale della rubrica La domenica di Walter Veltroni.

Il 14 ottobre 2017 apre la cerimonia al Teatro Eliseo di Roma per i 10 anni del PD, di cui era stato il primo segretario proprio da quel giorno, e dichiara che il Governo Prodi I fu il migliore della storia della Repubblica, auspica che si possano superare le divisioni nella sinistra e, rivolgendosi al premier Paolo Gentiloni e al segretario Matteo Renzi, seduti in prima fila, dice che vorrebbe che la legislatura si concludesse con l’approvazione dello ius soli. A quanto riporta il Corriere dell’Umbria ha percepito un vitalizio di oltre 9000 euro dal 2004.

Vita privata

L’ex segretario del PD, Walter Veltroni, è legato sentimentalmente all’architetto, Flavia Prisco. I due si sono conosciuti per la prima volta nel 1973 a Berlino, precisamente al Festival della Gioventù (in quel periodo lei aveva solo 15 anni). Lo stesso luogo nel quale si erano conosciuti anche i propri genitori. Flavia sposata da 37 anni con Walter e – dalla loro unione – sono nati due figli: Martina, oggi 31enne e la seconda, Vittoria, che oggi di anni ne ha 28.


Flavia Prisco e Walter Veltroni.

In una intervista di alcuni anni fa a Donnamoderna, Flavia Prisco si descriveva come una donna come tante altre. Una donna indipendente, che lavora nel proprio studio, ai propri progetti e va a fare anche le file in banca o alla posta, riuscendo a gestire anche la propria vita familiare.

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