Cronaca

Paolo Bonolis, sua zia può diventare Santa: “Serve un miracolo? Auguro alla zia di farlo”

La zia di Paolo Bonolis venerabile: chi era Adele Bonolis e cosa ha fatto e perché è in corso il percorso di beatificazione

La zia di Paolo Bonolis è stata definita venerabile da Papa Francesco. La proclamazione è avvenuta lo scorso 21 febbraio mentre è ancora in corso la causa di beatificazione canonizzazione. Ma chi è Adele Bonolis, sorella del nonno del noto conduttore televisivo?

La zia di Paolo Bonolis venerabile: cosa significa e chi era Adele Bonolis

Adele Bonolis, nata a Milano il 14 agosto 1909 e morta l’11 agosto del 1980 è stata un’insegnante italiana. Nel 2003 si è svolta nell’arcidiocesi di Milano l’Inchiesta Diocesana sulla sua vita, virtù e fama di santità. Il 21 gennaio 2021 Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sull’eroicità delle virtù, che la rende Venerabile. È prozia del presentatore televisivo Paolo Bonolis che, in suo ricordo, ha chiamato Adele la sua quinta figlia avuta dalla moglie Sonia Bruganelli.

Adele Bonolis è l’ultima nata di quattro figli di Luigi Girolamo Bonolis e Luigia Varenna. Nacque e visse nel centro storico di Milano. Battezzata nella Basilica di Sant’Ambrogio, cresce e si forma all’interno della Gioventù Femminile dell’Azione Cattolica. Dopo il diploma presso l’istituto magistrale ottiene anche la maturità classica, per poi laurearsi presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nel 1944 con una sul “Male morale in San Tommaso”. Il 24 giugno 1941 si era consacrata privatamente a Dio.


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Fondamentale per la sua futura attività sarà la visione di una prostituta, mentre era in compagnia del padre: questo evento la segnerà al punto di decidere di dedicarsi, una volta adulta, a ridare alle prostitute la dignità persa e consentire loro una nuova vita e un riscatto sociale, in modo da “ristabilire l’amore e di trasformare il male nel bene”.

Si iscrisse al corso di laurea in Medicina presso l’Università degli Studi di Milano, senza però conseguire mai la laurea: interruppe infatti gli studi per dedicarsi esclusivamente all’assistenza delle persone materialmente e moralmente bisognose. Nel 1946-1947 insegnò filosofia a Milano.

Nel 1957, a seguito della legge Merlin, che prevede la chiusura delle case chiuse, apre a Montano Lucino un centro di accoglienza per ex prostitute, la Casa di Orientamento Femminile “Maria Assunta”; seguono la Casa San Paolo a Vedano al Lambro, la Casa Maria delle Grazie a Cibrone di Nibionno, vicino Lecco e la Villa Salus a Lenno in provincia di Como.

Nel 1955 Papa Pio XII la insignisce dell’onorificenza Pro Ecclesia et Pontifice, nel 1959 il Comune di Milano le conferisce la medaglia d’oro di benemerenza, nel 1967 riceve dal Ministero di Grazia e Giustizia il diploma di 3° grado al merito della redenzione sociale con facoltà di fregiarsi della medaglia di bronzo e dalla provincia di Milano la medaglia d’oro di benemerenza.

Nel dicembre 1976 viene operata all’intestino a causa di un tumore, ma continua l’attività nelle sue strutture. Muore l’11 agosto del 1980; i funerali saranno celebrati, così come il suo battesimo, presso Sant’Ambrogio. Nell’omelia Libero Tresoldi dirà: “Avvicinando Adele Bonolis l’impressione era quella di chi trovava in lei un punto di appoggio, un luogo di rifugio, una speranza per procedere nel cammino. Si era sempre preoccupata di comportarsi come la vela di una barca che cerca il soffio del vento e da esso si lascia condurre”.

Cosa vuol dire essere venerabile

Venerabile è un titolo che le Chiese cattolica e ortodossa attribuiscono ai santi propriamente detti (cioè coloro che hanno concluso il processo di canonizzazione) o a coloro che, per la pratica eroica delle virtù esercitate in vita, sono ritenuti degni di essere venerati da parte dei fedeli.


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Il commento di Paolo Bonolis

“Serve un miracolo? Come un coniglio bianco che salti fuori all’improvviso? E allora auguro alla zia di farlo. Per me, il miracolo è nelle sue opere”,ha detto al settimanale Oggi. “Sono agnostico: mi rivolgo all’impalpabile. Ma non lo invoco e non lo prego, diciamo che provo solo a salutarlo”, ha aggiunto. E poi qualche ricordo della zia: “Nella noia dei pomeriggi, io giocavo a uccidere lucertole… la zia me la ricordo che mi riprendeva: ‘Non si fanno queste cose’. Per il resto era sempre pacata, sorridente. Gentile e mai banale, impossibile farla arrabbiare“.

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